martedì, luglio 04, 2006

Gia' che si siamo, perche' non chiedere scusa al dodo?

hurricane_53 ci riporta l'ultima chicca di Chavez:

Chavez partecipante su invito al summit della Lega africana tenutasi a Banjul, capitale della Gambia, ha detto che considerando i propri interessi, i Paesi europei e dell'America del nord hanno calpestato i diritti dell'Africa ed all'America Latina attraverso la schiavitù ed il colonialismo, per cui devono rinunciare all'atteggiamento arrogante e porgere le proprie scuse. I Paesi dell'America del Nord devono inolltre presentare le proprie scuse per la tratta degli schiavi.
Se avessi la stessa voglia d'impicciarmi delle questioni altrui e la stessa faccia di bronzo di Chavez, pretenderei le scuse da parte dei messicani d'origine azteca per i massacri compiuti contro i toltechi. Anzi, esigerei anche quelle dei cinesi per il loro comportamento in Asia Centrale, nonche' quelle del governo della Mongolia e del Kirghizistan peer il comportamento di Gengis Khan e di Tamerlano, affossatori di civilta'. Inoltre, potrei sotenere che i governi membri dell'ONU dovrebbero organizzare sedute di scuse postume di fronte ai siti archeologici dei nostri "lontani cugini"  Neanderthal ed australopitechi, che non abbiamo trattato con  molto garbo.  Per non parlare delle specie animali di cui abbiamo contribuito a causare l'estinzione.
Ma per fortuna ho ancora un pelo di dignita' e, soprattutto,  di senso della storia. Cosi' come sarebbe ingiusto pretendere dagli arabi o dai cinesi viventi oggi scuse per il comportamento riprovevole dei propri antenati nei confronti della schiavitu' ,  esigere pentimenti dagli indios caraibici e latinoamericani o dagli indigeni della Nuova Guinea  per gli episodi di cannibalismo largamente praticati, cosa che Chavez si guarda bene dal fare, cosi' mi sembra patetico cercare di giocare sul senso di colpa e sull'ignoranza storica di parte dell'opinione pubblica  europea per guadagnare una vantaggio diplomatico e culturale.

Quello che sarebbe giusto esigere, invece, sarebbe l'impegno a non perseverare in tali errori e ad impegnarsi a studiare la propria storia in maniera quanto piu' completa ed equilibrata possibile, unico vero antidoto alla barbarie:chi non conosce la  Storia e' condannato a ripeterla.




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