venerdì, luglio 21, 2006

Lo sanno cosa significa bipartisan?

Perche' la CdL non dovrebbe ascoltare le sirene dell'inciucio sulla missione in Afghanistan? Per due motivi.

Il primo e' di natura prettamente politica: chi pretende un comportamento "baipartisan" si dovrebbe studiare il significato del termine: una iniziativa di tale tipo presuppone l'accordo fra i partiti, attraverso proposte di legge e mozioni condivise e concordate fra gli opposti schieramenti; un accordo suggellato ad esempio con la "firma" della proposta da parte di esponenti di entrambi gli schieramenti. Non mi sembra di aver visto alcuno sforzo per far contribuire la CdL alla stesura della proposta che verra' portata in Aula.
Sarei potuto arrivare a comprendere un voto al rifinanziamento sulla base di una mozione condivisa ed almeno parzialmente concordata con l'opposizione; non tanto perche' ritenga positivo gettare salvagenti a questa maggioranza, quanto per la preoccupazione verso le nostre gia' troppo bistrattate Forze Armate. Non e' accettabile invece la richiesta che viene fatta in questi giorni: votare un testo deciso in maniera unilaterale dal governo e dalla sua maggioranza non e' assolutamente definibile come bipartisan. O forse e' accettabile, da parte di una opposizione assenteista e pronta al cambio di casacca.

Il secondo motivo e' nel merito della questione: governo ed Unione stanno prendendo in giro il centrodestra, reclamando una supposta solidarieta' bipartisan in appoggio ad una politica estera invece quantomai partigiana, come spiega in maniera concisa Marco Taradash:
Il voto bipartisan sugli impegni di politica internazionale è una cosa seria. Ma a un patto: che maggioranza di Governo e opposizione condividano quella politica. Ma se il Governo non è in grado di esprimere una maggioranza l’opposizione ha un solo dovere: costringerlo alle dimissioni. Così fan tutti, nelle democrazie. Oltretutto sulla politica estera nel suo complesso non solo non vi è accordo bipartisan fra Governo e opposizione ma c’è al contrario un contrasto insanabile. L’”equivicinanza” fra il mondo democratico e i suoi nemici praticata da Prodi e D’Alema è infatti la più radicale messa in discussione della politica estera filoatlantica e amica di Israele che ha felicemente caratterizzato nella scorsa legislatura la linea di governo del presidente Berlusconi e del ministro degli Esteri Fini.


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