sabato, luglio 08, 2006

Governo? Quale Governo?

Ricordo quanto la grande stampa andasse a nozze per ogni screzio all'iuntenro del govenro Berlusconi. Al contrario, Romano Prodi ha sempre sostenuto che il suo sarebbe stato un governo unito, coeso, dove ogni decisione sarebbe stata dibattuta fino a quando non si fosse raggiunto un consenso, ma poi sarebbe stata rapidamente applicata.

Bene, Paolo Ferrero, l'unico ministro di Rifondazione dell'esecutivo Prodi, si dissocia dal governo e decide di non votare il Documento di programmazione economica e finanziaria.
Il motivo? "La spesa sociale ora rischia tagli pesanti". Magari.
La cosa ha dell'incredibile: i provvedimenti di natura fiscale e di bilancio, nella tradizione parlamentare, sono per definizione quelli su cui si valuta la tenuta del Governo: se vai sotto, vai a casa; l'appoggio unanime da parte delo stesso governo messo sotto esame viene dato per scontato. Ma questo al PRC non interessa. Forse nelle democrazie popolari la prassi era differente?
Considerazioni di merito a parte, le forme ed i metodi impiegati da Rifondazione sono stupefacenti: il partito che esprime la terza carica della Repubblica ha praticamente dichiarato che sta al Governo soltanto quando gli fa comodo, tnato che basta impedir loro di svaligiare la cassa per farli t "dissociare". Altrimenti ritorna ad essere partito di lotta, di opposizione dura ad una compagine di cui dovrebbe invece contribuire a formare le decisioni. Forse e' questo il punto, forse Bertinotti e compagni non intendono dare un contributo. Intendono comandare.

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