lunedì, luglio 03, 2006

Liberalizzazioni - piuttosto che niente meglio piuttosto

Il decreto Bersani non e' certo un prodigio di liberismo, non e' un capolavoro di coraggio politico, anzi e' un esercizio a costo elettorale zero per la Sinistra; e' a malapena un primo passo, che potrebbe anche essere l'ultimo e che di sicuro non compensa i passi indietro di questo stesso governo, e che non tocca i veri monopoli od oligopoli italiani, ma, a livello aggregato, di sicuro non fa male; sicuramente, poi, riguardo alla questione dei vincoli all'impresa, il Governo Berlusconi ha peccato di omissioni macroscopiche, sia nella forma che nella sostanza. Fa male ammetterlo, ma e' necessario.

Bene ne scrive Phastidio, col quale non posso che concordare su tutta la linea; insieme al Megafono, poi, su certe reazioni automatiche hanno scritto benissimo : la tentazione di restituire pan per focaccia a coloro che non hanno saputo far altro che attaccare alla cieca il governo Berlusconi e' forte e giustificata in molti altri ambiti; purtroppo credo che, su questo punto, sarebbe invece meglio lasciare certi atteggiamenti ai pasdaran di Micromega, anche perche' ci conviene: penso che su certi temi paghi di piu' la dimostrazione di capacita' d'analisi razionale, che porta credibilita' , piuttosto che l'impressione di giudicare per partito preso.

Spero soprattutto che questa vicenda porti il Centrodestra a perdere un po' del proprio complesso d'inferiorita': abbiamo finalmente visto quanto un provvedimento di liberalizzazione puo' essere utile quale arma politica anche in Italia. Quagliarello non dovrebbe avere sospetti di vendetta sociale: dovrebbe averne la certezza, perche' e' ovvio che il governo ulivista comincia le privatizzazioni esattamente dove le comincierebbe ogni governo: dai sostenitori dei propri avversari . Non sara' quindi piu' necessario avere remore bipartisan o concertatorie, in futuro oppure a livello locale e regionale.
Il governo di centrodestra , invece di riempirsi la bocca di citazioni dall'anglosfera, avrebbe fatto bene a studiarne i metodi: anche la signora Thatcher assalto' innanzitutto le roccaforti dei gruppi di potere avversi al Partito Conservatore e soltanto successivamente allargo' il proprio raggio d'azione; se l'elite dominante nel centrodestra avesse la pazienza di leggere qualcosa di diverso dalla Guida TV, magari non presteremmo piu' ascolto alle sirene neocorporative, che
sostengono come in Italia le politiche di liberalizzazione siano politicamente autodistruttive con effetto immediato: si puo' liberalizzare facendo politica, ossia migliorando i rapporti di potere nei confronti delle elite concorrenti - ed e' meglio cominciare a farlo.
Non fra cinque anni, ma oggi. Il Centrodestra governa ancora "alcuni" enti locali, a partire da Regioni quali Lombradia, Sicilia e Veneto. Cosa stiamo aspettando a smantellare le reti di privilegi garantite a livello regionale e locale? A ritirare, ove possibile, l'appoggio ai patronati sindacali? A privatizzare e liberalizzare i mercati locali, tenendo in debito conto l'iniquita' della disparita' di trattamento fiscale fra cooperative e soggetti commerciali?



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