martedì, aprile 25, 2006

Transneft, guai in vista per l'Europa

Transneft ha deciso di giocare a carte scoperte:
il monopolio russo ha chiarito che in futuro, i prezzi per gli europei
aumenteranno in quanto le nuocve condotte verso la CIna verranno a
diversificare i propri  mercati di vendita. In altra sede, i russi stanno trattando estesi accordi  con Sonatrach,
ilmonopolio statale del gas in Algeria, gli altri fornitori di gas per
l'Europa. L'obbiettivo, divenire i padroni d'Europa per via energetica. 
Qual e' l'alternativa eruopea? Subire?
Credo che l'errore maggiore che la UE potrebbe mai fare e' credere di non avere alternative e piegarsi ad una tale logica, ai ricatti geopolitici di arabi e russi.

Questo e' cio' che capita a seguire gli Schroeder, i Mincato e gli
Scaroni del momento: coloro che blaterano di monopoli nazionali forti a
sufficienza per discutere con altri monopoli. Non esiste nulla del
genere, purtroppo; tali personaggi desiderano semplicemente garantirsi
un monopolio da sfruttare, in combutta con altri monopolisti; in
entrambi i casi,  sanzionati e protetti dalla violenza dello Stato.

L'alternativa naturale, infatti, sarebbe relativamente semplice:
abbattere le barriere poste dai governi  alla concorrenza, liberalizzando la
costruzione di rigassificatori e di centrali elettriche, che in questo
momento non sarebbero certamente a gas o ad olio combustibile.

Esistono pochi modi per trattare con
nazioni precapitalistiche e mercantiliste, quali Russia, Venezuela o
Algeria.
Uno di questi e'  l'intervento armato in stile coloniale: di limitatissima utilita' nel migliore dei casi e totalmente improponibile per un continente di larve quale siamo diventati.
L'alternativa invece e'  nella fiducia verso il mercato: lasciare liberi  gli  imprenditori di perseguire la  diversificazione delle fonti, in generale attraverso attraverso  nuove esplorazioni, nel particolare intaliano anche attraverso terminali di rigassificazione e centrali a carbone, nel breve
periodo; in un'ottica di medio periodo, lasciare che gli alti prezzi si traducano in un incentivo, come sempre, allo sviluppo tecnologico. 
Gli anticorpi di mercato
per la situazione attuale esistono, ma le attuali camicie di forza stataliste impediscono che si
dispieghino. L'aumento dei prezzi sta stimolando energicamente l'investimento in efficienza energetica. Inoltre, un prezzo del petrolio a questi livelli rende economicamente sostenibili anche fonti di energia alternative al  tradizionale greggio; gli investimenti delle stesse major petrolifere nel campo dei
combustibili e delle fonti di  energia alternative sono ormai rilevanti, a fianco ovviamente della ripresa nelle spolorazioni e ricerche per nuovi giacimenti di gas e petrolio, od agli investimenti nello sfruttamento di giacimenti non convenzionali, quali ad esempio le sabbie petrolifere dell'Alberta.

L'alternativa esiste, e' percorribile,  non implica la sudditanza  geopolitica a  regimi illiberali.  Sfruttiamola. O l'orso russo ci piace cosi' tanto, anche quando non e' piu' sovietico?

Infine, temo che questa notizia dimostri chiaramente che l'ipotesi di avere regimi illiberali, anche se democratici, quali alleati stabili e' quantomai dubbia. Mi dispiace per i gemelli, che stimo molto, ma mi sembra ormai evidente che la Russia non possa essere blandita, ma debba essere affrontata sino a quando non tornera' nell'alveo di un'economia di mercato. altrimenti, la struttura delle decisioni russe sara' sempre geopolitica, mai economica. E da questo punto di vista, Europa e Russia non possono che essere ai ferri corti.

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