martedì, dicembre 20, 2011
Romney Gekko
Posted by J.C. Falkenberg at 12:18 PM |
Labels: GOP , Mitt Romney , USA2012
Il mistero spagnolo?
Phastidio s'interroga sul mistero spagnolo : i mercati hanno reagito meglio alla manovra spagnola che a quella italiana, nonostante (aggiungo io) le prospettive iberiche sembrino più problematiche di quelle italiane.
lunedì, novembre 21, 2011
Tea Party Italia - Il 26 Novembre tutti a Milano
Sabato 26 novembre dalle ore 14.30 il Tea Party Italia – referente ufficiale per l'Europa dei Tea Party Patriots USA - darà vita ad una importante manifestazione a Milano in P.za S. Babila a cui aderiscono moltissimi movimenti e associazioni liberali italiane. E’ la prima manifestazione nazionale di tutti i Tea Party del nostro paese contro l'invasione dello stato nella vita dei cittadini, contro un fisco oppressivo e una politica incapace di agire per il bene del paese. Un'occasione importante per per dire no a gran voce ad ulteriori tasse: no ad ulteriori aumenti dell'IVA, no all'ICI e no alle patrimoniali. Sì a riforme coraggiose in senso liberale, sì ai tagli alla spesa pubblica, sì alle liberalizzazioni e alla riduzione del carico fiscale.
Monti si è insediato al Governo e non ha ancora chiarito questo punto determinante: vuole rilanciare il paese tagliando la spesa, le tasse e liberalizzando o lo vuole fare prosciugando i risparmi degli italiani?
Il governo tecnico si insedia per fare riforme impopolari che avrebbero scontentato l’elettorato di una parte o dell’altra, chiediamo a gran voce che queste riforme siano autenticamente liberali e non si traducano nella via più facile da percorrere: l'ennesimo salasso fiscale, dipinto come risolutivo, che darebbe però il colpo di grazia ad imprese, famiglie e ceto medio.
Tea Party Italia, da P.za S.Babila vuole lanciare un messaggio forte: la battaglia contro un fisco oppressivo è la chiave di volta per un vero rilancio del paese. Tantissimi gli ospiti importanti che interverranno durante la manifestazione.
Saranno con noi numerosi ospiti autorevoli, fra cui: Carlo Lottieri, Adriano Teso, Alessandro De Nicola, Giancarlo Pagliarini, Marco Respinti, Annalisa Chirico e molti altri ancora.
Info:
Portavoce Nazionale: Giacomo Zucco
giacomo.zucco@teapartyitalia.it, 329.7717158
Segreteria Organizzativa: Saba Giulia Zecchi
saba.zecchi@teapartyitalia.it, 377.4178051
Posted by Unknown at 8:34 PM |
martedì, settembre 27, 2011
downgrade bancari: l''ultimo dei problemi
La reazione istintiva è stata, per molti, quella di ricorrere alla teoria del complotto: le agenzie di rating hanno inferto, per oscuri scopi, una improvvisa pugnalata alle spalle alle banche. La vera tragedia è invece che le decisioni delle agenzie di rating sono solo l’ultimo dei problemi per i sistemi bancari di entrambe la nazioni, .
Dal punto di vista meramente tecnico, l’azione di declassamento delle banche italiane era soltanto questione di tempo. I rating di una banca non possono essere superiori, in linea generale, al rating della nazione nella quale ha sede; una volta declassato il merito di credito dell’Italia, il processo di revisione al ribasso si è messo in moto e non poteva avere conclusioni molto differenti. Intesa, Mediobanca e BNL non sono peggiori delle altre, ma al contrario erano fra le poche banche rimaste ad avere un merito di credito così alto da essere sensibili al “tetto” costituito dal rating della Repubblica Italiana. Le altre avevano già rating inferiori e quindi non sono state toccate.
Il declassamento delle tre grandi banche americane è fondamentalmente avvenuto per lo stesso motivo: Moody’s aveva inizialmente risparmiato loro un taglio di rating profondo quanto quello di altri giganti bancari come Goldman Sachs o JPMorgan, ritenendo che avessero unlivello di supporto governativo implicito superiore quello di queste ultime. Visti i recenti sviluppi politici, invece, l’agenzia ritiene ora che non vi siano più particolari differenze.
Perché questa importanza sul supporto statale per un settore economico particolare all’interno di un’economia di mercato che si proclama essere ormai libera, anzi troppo libera? Perché tale libertà dai diktat politici nella realtà non esiste, persino in Occidente, per ampi settori della vita economica. Le banche non sono aziende come la altre, ma vivono all’interno di un “patto col diavolo” che sospende almeno parzialmente il funzionamento del sistema di mercato: per cui da un lato sono sottoposte ad una vigilanza che decide aspetti essenziali della gestione; dall’altro, godono di una forte limitazione della concorrenza, di un accesso privilegiato alla BCE e della presunzione che, in caso di problemi seri, il governo interverrà salvando non soltanto i depositanti, ma tutti i creditori e forse anche gli azionisti. Le agenzie di rating tengono conto di tale situazione, come lo fa l’intero mercato, anche se raramente viene esplicitata chiaramente; laddove il credito del potere politico cala, così deve seguire quello dei propri protetti e si è semplicemente certificato ciò che era già reso evidente dal crollo delle quotazioni. Il problema, semmai, è il rilievo dato ad istituzioni che non sono più in grado di fornire nuove informazini od analisi pregnanti, anticipando i mercati. Le agenzie di rating si sono trasformate da istituti di ricerca a meri certificatori dell’ovvio, burocrazie operative con tempistiche talmente lunghe da arrivare regolarmente in ritardo, esattamente ad immagine delle burocrazie ministeriali che le hanno plasmate, trasformandole nel tempo in monopoli garantiti per legge e sottraendole alla disciplina della concorrenza. Fato comune, d’altronde, alle banche che dovrebbero analizzare.
Posted by Unknown at 9:25 AM |
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martedì, giugno 14, 2011
Svolta sociale a destra: come se non lo fossimo già troppo
La Lega, che adesso sostiene di non voler più prendere sberle, dovrebbe fare un'autocritica altrettanto profonda: ha buona parte della responsabilità ricade anche sulle sue spalle; dopo aver abbandonato l'originale carica antistatalista, il movimento di Bossi si è trasformato in un partito degli assessori, che ha bloccato la riforma delle aziende comunali, si è opposto alla trasparenza nelgi appalti ed ha sposato, per miopia elettorale e identico humus pseudoscientifico e complottista, le peggiori cause reazionarie in campo agricolo ed industriale. Nell'immediato, i leghisti hanno invitato a votare Sì, almeno con l'esempio pratico. Poco hanno,quindi, da lamentarsi; dovrebbero invece porsi le stesse domande dei piani alti del PdL.
La disaffezione del popolo di centrodestra è dovuto anche a questo, all'enorme distanza fra la retorica liberale ed una pratica che pare una versione clericale del centrosinistra.
Quale controprova, si ricordi il periodo di maggior successo per le componenti del PdL e per la Lega: coincidono con i momenti più liberali e meno statalisti. I cedimenti alle oligarchie sindacali e corporative, invece, si sono sempre rivelati fallimentari, appena al di là dell'immediato.Come si era già scritto tempo fa e come sta avvenendo infine, se ci si comporta come la brutta copia, si rischia che il popolo bue se ne accorga e voti l'originale.
La rinascita del centrodestra non può certo ricominciare da una nuova dose del veleno che rischia di ridurre in polvere il cuore produttivo italiano e quel poco di libertà che ha permesso, ma una ripresa del vero, unico tratto distintivo del centrodestra rispetto ai collettivisti a sinistra: la libertà responsabile, ad ogni livello.
Senza questo, meritiamo l'oblio, sostituiti dalla falsa sinistra dei Bossi e degli Alemanno.
Posted by Unknown at 11:12 AM |
Labels: Centrodestra , Silvio Berlusconi
lunedì, giugno 13, 2011
Il Sì è un voto per la partitocrazia e per il vero regime mediatico
Posted by J.C. Falkenberg at 1:01 PM |
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mercoledì, aprile 20, 2011
Ricordando Ayn Rand
"But it's a misreading of "Atlas" to claim that it is simply an antigovernment tract or an uncritical celebration of big business. In fact, the real villain of "Atlas" is a big businessman, railroad CEO James Taggart, whose crony capitalism does more to bring down the economy than all of Mouch's regulations"
Posted by J.C. Falkenberg at 4:00 PM |
martedì, aprile 19, 2011
giovedì, aprile 14, 2011
Mercato drogato, mercato allucinato?
Posted by J.C. Falkenberg at 3:23 PM |
Labels: crisi finanziaria , federal reserve , Mercati
mercoledì, aprile 13, 2011
Crisi economiche, beta-bloccanti e teoria Austriaca
It’s past time for beta blockers rather than stimulants for the economy, based on the following analogy.
Let’s take Ben Bernanke as the doctor on the case of the U. S. economy, having succeeded Alan Greenspan while the mid-decade “boom” was beginning to arise from the tech wreck of 2000-2002. Let’s further posit that Dr. Bernanke committed economic malpractice. He failed to properly diagnose the patient as suffering from a surfeit of poor lending practices, with massive misallocation of capital and an amazingly leveraged set of financial companies betting their entire shareholder capital on the chance that housing would avoid a collapse.
Let us segue to a more directly medical analogy. Come 2007, when small finance companies had been blowing up and then Bear Stearns developed problems with some of its deals, Dr. B made a small therapeutic step of cutting the cost of “discount window” rate of credit allocation a bit. But the patient worsened and by the following year, Bear Stearns itself was in critical condition. Nonetheless, the good doctor insisted that the housing market was in solid enough condition that any recession that might be underway would follow an ordinary course. Conservative therapy was continued.
But instead the patient developed worsening chest pains. Rather than order a high-tech treadmill stress test or an angiogram, the doctor continued on course. Finally, in late summer/early fall 2008, the patient suffered a massive myocardial infarction (i.e. a “heart attack”).
Now was the time for heroics. Indeed, the Bernank rose to that occasion. He defibrillated the patient and brought in specialists from around the world to get the patient over the crisis. In medicine, very weak hearts may need their pumping function supported by providing intravenous adrenaline. This was done for the financial system. Nonetheless, so much damage was done that a case of congestive heart failure (i. e., a severe economic downturn) occurred. Extensive economic adrenaline was administered in late 2008 and 2009.
The problem is the following. Adrenaline and its analogues are only beneficial during the acute phase. Paradoxically, the way the heart heals best and improves its pumping function is by giving, as soon as possible, medicine that initially weakens the pumping function of the heart.
The pharmaceutical industry spent a good deal of time in the 1980s and 1990s developing phosphodiesterase inhibitors to treat congestive heart failure. These stimulants indeed strengthened the heart as a pump, and most patients on them had more energy and felt better.
Truly unfortunately, treated patients tended to die sooner than patients on placebo. What was happening was that the same medicine that stimulated the heart to pump harder also overstimulated the “electrical” system of the heart that controls the timing of the heartbeat. This led to an unacceptable incidence of sudden cardiac death from irregularities of the heart rhythm (ventricular fibrillation).
This is about as direct an analogy to the current practice of treating a crisis caused by too much cheap credit with even more and even cheaper credit that I can find. It feels good, but it introduces tons of risk. The risk is now on the sovereign, not merely on corporations that could have been liquidated without the sovereign or society as a whole being greatly impaired for very long.
It also turns out that the treatment of weak hearts following myocardial infarctions may point to a better method of recovering from the crisis.
A type of medicine called a beta blocker was developed decades ago to treat a variety of cardiovascular problems including high blood pressure, coronary artery disease, and rapid heart beats. Beta blockers tend to slow the heart rate and weaken the force of contraction of the heartbeat. Therefore it was against all principles of American medicine to give a beta blocker to treat a weak heart.
In Scandinavia, however, physicians had a different point of view. As early as the 1970s, they had reasons to think that beta blockers were beneficial for weak hearts. Lo and behold, they persisted and by the late 1990s, with numerous setbacks along the way, they began to pick up adherents and organized clinical trials to prove their case.
As it happens, beta blocker treatment of weak hearts and the clinical syndrome of congestive heart failure both decreases the incidence of sudden cardiac death and allows the heart to heal and actually increase its pumping function over time. Slow and steady wins this race, not the short-term fix of stimulants except as the latter are needed during the acute crisis.
The economic analogy that I see supports the Austrian view of credit collapses. If credit is allowed to get scarce following a credit boom, the economy will tend to heal by handling the prior malinvestments appropriately. New expenditures will have to meet a high hurdle rate to go forward. Those new capital and other expenditures will therefore tend to succeed and by the standard miracles of capitalism, will tend to allow additional capital to be created, which so long as capital is kept scarce enough, will then also be handled with care.
As with the proper use of capital after the collapse of a credit boom, this is how beta blockers in fact work in heart failure. They are given in mini doses initially. As the heart recovers, the dose is gradually increased, always blocking the effects of adrenalines (our naturally-produced stimulants). The cardiac cells learn to function more efficiently as they are freed from the adrenergic stimulation that in healthy hearts is normal but in weakened hearts has deleterious effects. The heart ends up both stronger and more resistant to ventricular arrhythmias.
Eventually the Scandinavian view of the proper treatment of weak hearts won. It took a while, but all doctors were united in their desire to do right for their patients, and most thought leaders knew enough to be open to new approaches. Also, the pharmaceutical companies were looking for new uses for old drugs and were willing participants in searching for a new paradigm to treat heart failure.
The challenges for Austrian-oriented thinkers in the field of national economic policy are profound, but there is reason for hope. Outmoded intellectual paradigms such as pre-Copernican astronomy tend to fail due to their inability to explain newer, contradictory data without excessive complexity. We have just been through a decade in which the financial system has lurched from the extremes of record-high stock valuations (a false “new paradigm) to record-high money valuations (i. e. global money yields near zero). None of this wildness makes sense, just as the bizarre paths that astronomical bodies had to follow for the earth-centric view of the solar system to be followed also came to look ridiculous.
I believe that a growing number of people are therefore deciding that something is fundamentally rotten in the state of Keynesianism, as the real world refuses to follow the predictions of the money-printers.
As ideas that were proposed to solve the economic crisis of eight decades ago are twisted and mutated into more and more bizarre forms and work less and less well, I become more and more hopeful that economic common sense will eventually prevail. Per Gandhi:
First they ignore you, then they laugh at you, then they fight you, then you win.
Posted by J.C. Falkenberg at 1:37 PM |
Labels: Crisi , crisi finanziaria
lunedì, aprile 11, 2011
Delta One - un altro siluro sul modello di CDO e subprime?
Il linguaggio con cui
FT Alphaville descrive i prodotti Delta One mi ricorda, anche troppo da vicino, le descrizioni non-specialistiche di prodotti che hanno alla fine scavato crateri nei bilanci di banche ed aziende: CDOs, cartolarizzazioni subprime, PIKs.
Intendiamoci, non me la prendo con la tecnologia finanziaria: sarebbe luddismo. Inoltre, per devastare un sistema finanziario non servono certo prodotti complessi: anche in Italia il disastro delle .com e più di un ciclo di bolle e disastri immobiliari dimostra quanto bravi siano i nostri pseudobanchieri e pseudogestori a perdere soldi.
Quello che rende pericolosi questi prodotti sono i compratori ignoranti, che vi investono i risparmi di investitori finali ignari dell'incompetenza dei propri gestori. Incompetenza perpetuata da una struttura solo formalmente simile ad un mercato, dove invece banche centrali, governi e caste professionali fanno a gara per erigere barriere all'entrata e cartelli sanzionati dallo Stato.
Posted by J.C. Falkenberg at 2:41 PM |
Ma Silvio è davvero Zarathustra?
«Di tanto in tanto dovreste ricordarvi il sale di questa nostra avventura: iniettare dosi massicce di libertà in un paese che era bloccato, che non conosceva l'alternanza di forze diverse al governo dello Stato, un paese in cui piano piano alla dittatura morbida delle ideologie nazional-popolari in declino si andava sostituendo quella, ancora più tignosa e illiberale, delle burocrazie giudiziarie d'assalto e di poteri economici senza inventiva e senza capitali ma con molte immodeste ambizioni di dominio»
Il mio timore è che questo Berlusconi ormai esista soltanto nei sogni di Ferrara e di alcuni fra noi liberali. Spero , come sempre, di sbagliarmi.
Posted by J.C. Falkenberg at 2:16 PM |
Se lo riconoscono al Politico.com, se lo riconoscessimo a Roma
Posted by J.C. Falkenberg at 1:29 PM |
venerdì, marzo 11, 2011
Roma, Uganda
Posted by J.C. Falkenberg at 1:36 PM |
sabato, febbraio 26, 2011
invidia
Avrei voluto scriverlo io. Grande Pietro. Sporcarsi le mani: un appello ai liberali
Posted by Unknown at 4:17 PM |
Labels: Italia , Liberalismo
Motorola Atrix 4G- Slurp
Posted by J.C. Falkenberg at 12:47 PM |
principi e applicazioni
Lo sloga di Stefano è una magistrale sintesi della soluzione di Einaudi per l'estensione ottimale del governo. È tuttora valida, basta non affidarsi a un Fanfani per l'applicazione altrimenti persino i panettoni ci diventano di Stato Facebook Status forwarded by John Christian Falkenberg
Posted by Unknown at 8:17 AM |
Labels: statalismo liberalismo
venerdì, febbraio 25, 2011
Buone notizie da Giuliano
Posted by J.C. Falkenberg at 4:30 PM |
AIG, ancora problemi
I risultati del colosso assicurativo nascondono problemi operativi dietro agglomerato utili straordinari generati vendendo le divisioni migliori.
AIG Swings to Profit as Asset Sales Offset Big Charge - WSJ.com
mercoledì, febbraio 23, 2011
Razzismo sindacale
Posted by J.C. Falkenberg at 2:31 PM |
domenica, febbraio 20, 2011
Quando avremo un Paul Ryan in Italia?
Posted by J.C. Falkenberg at 12:23 PM |
Labels: Liberalismo , Paul Ryan , Statalismo
giovedì, febbraio 17, 2011
Ecco la Rai di Berlusconi: solo sinistra
Ci raccontano che la RAI sarebbe ormai un deserto, dominato dai nuovi barbari berlusconiani. Come no. Nel frattempo, il festival di Sanremo è presentato da un ex filoterrorista e da due comici che riescono a far satira antiberlusconiana anche in uno sketch in teoria satirico verso la sinistra. Benigni sta usando il festival della canzone per frecciate contro il premier. Su rai2, il solito Santoro.
Già, Berlusconi è davvero il padrone assoluto dell'etere. Si vede.
'
Posted by Unknown at 10:40 PM |
lunedì, febbraio 14, 2011
Il budget della guerra all'America di Obama
Secondo l'ultimo annuncio la Casa Bianca si attende un deficit di bilancio di 1650 miliardi di dollari, il 10.9% del PIL. Numeri da brivido, per ogni nazione. Ogni commento parrebbe superfluo, se non temessimo le difese d'ufficio degli obamiani nostrani.
Rimane il fatto che il presidente non ha quasi fornito alcuna ricetta per risolvere i problemi fondamentali che affliggono la società americana, se si esclude un timido tentativo di riforma scolastica rimasto sinora lettera morta a causa dell'opposizione dei sindacati, grandi finanziatori e lobbisti dell'Amministrazione. Si aggiunga inoltre l'inquietante sospetto che l'entourage del Presidente, di estrazione radicalmente sinistrorsa, si sia rallegrato della crisi per poter infliggere alla nazione un'agenda di riforme stataliste apporifttando dell'emergenza e giocando sul panico, come accadde durante il New Deal. Il famigerato commento di Rahm Emanuel, per cui "non si può sprecare una crisi" per poter plasmare una società, volente o nolente, non è di certo servito a fugare i sospetti sulla duplicità delle ricette economiche di un Presidente già molto più a sinistra del suo elettorato.
Posted by J.C. Falkenberg at 9:18 PM |
Labels: Barack Obama , corporativismo , deficit , USA
Atlas Shrugged - La Rivolta di Atlante finalmente al cinema
La prima parte del capolavoro di Ayn Rand arriverà finalmente su grande schermo il 15 aprile, Tax Day, ossia il giorno in cui vengono venivano tradizionalmente pagate le tasse negli Stati Uniti. Non è un film ad alto budget, non ci sono le star che avevano espresso interesse, ma finalmente potremo vedere quello che è stato definito "il primo film anti-bailout di Hollywood". Tutti a vederlo, sperando che non sia l'ultimo.
Posted by J.C. Falkenberg at 1:39 PM |
Labels: Atlas Shrugged , Ayn Rand , Cinema
Cosa Tasserano Dopo? Non è satira, è la triste realtà
La tragedia è che buona parte di quanto descritto non è fantascienza, né un aspetto la realtà spinto all'assurdo: è la pura verità. Noi già paghiamo tasse ogni volta in cui apriamo il rubinetto dell'acqua, accendiamo il gas o facciamo benzina. Il fisco è tuttavia abbastanza furbo da non dover chiedere neppure il nostro consenso, come avviene nel video: si limita a inserirle nel prezzo dei beni che acquistiamo ogni giorno. Salvo poi prendersi di nuovo altro denaro ogni volta che siamo noi a ricevere un pagamento, sempre senza chiedere permesso a nessuno, tramite l'odiosa servitù del sostituto d'imposta, con cui obbliga il cittadino a farsi alternativamente vittima o carnefice dei propri simili.
E' ora di dire basta.
FLI a Nord?
Con tutta la stima per le aspirazioni di FLI, a Bergamo qualcuno ha fatto un passo falso. Diciamo che se vuoi rubare voti alla Lega, dovresti evitare di farti pubblicità con due perosnalità come Granata e Buonfiglio: meridionalissimi e decisamente non allineati con il sentire conservatore e moderato di una città come Bergamo.
La strada dovrebbe essere quella di un centrodestra che vuol tornare ad essere una vera forza liberale e moderata, il mix rautian-grillino di Granata non ha molto spazio sopra al Po. La prossima volta, suggerirei caldamente la presenza di qualcuno più politicamente affine al contesto lombardo, come Benedetto Della Vedova.
Quando al Nord Fli voleva rubare voti alla Lega | Linkiesta.it:[...] E da Roma erano saliti a festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia (in quella che rimane pur sempre «la città dei mille di Garibaldi») «tre big»: i deputati Fabio Granata e Antonio Buonfiglio e il senatore Giuseppe Valditara. La manifestazione, con circa trenta presenti, si era tenuta provocatoriamente in piazza Pontida.
Posted by Unknown at 10:59 AM |
Labels: Bergamo , FLI , Gianfranco Fini
venerdì, febbraio 11, 2011
Quanto Citigroup e Morgan Stanley Teetered sono state sulll'orlo del baratro nel 20080?
giovedì, febbraio 10, 2011
A sinistra desecrano le foibe e a destra nessuno fiata
giovedì, gennaio 20, 2011
Spagna, atto secondo
Visto che il primo tentativo di salvare le banche senza ammettere l'insolvenza del sistema è andato male, il governo Zapatero ha avuto un'idea geniale: riprovarci. Almeno secondo indiscrezioni arrivate al Wall Street Journal.
Il copione è identico: miliardi di euro preis in prestito per ricapitalizzar ele banche ed obbligo, per queste, di sottoporsi a degli stress test.
Il problema è anche peggio dell'ultima puntata: cosa garantisce che le banche non aggireranno i test, come è evidentemente accaduto un anno fa? E soprattutto: in quale modo emettere altri trenta miliardi di debito risolverà una crisi di fiducia acusata da eccesso di debito? La soluzione sta nel sospetto che si tratti di un consolidamento: spostare la crisi sul debito sovrano spagnolo, in modo da costringere Francia e Germania ad intervenire, per evitar e gli imbarazzi politici.
Spain to Ramp Up Bank Bailouts: "Spain plans to pour billions more euros into its troubled savings banks and force them to be more open about their lending practices, an acknowledgment that previous efforts to fix the banks have fallen flat.
Posted by J.C. Falkenberg at 12:58 PM |
Labels: Bailout , irlanda , Spagna , Statalismo
mercoledì, gennaio 19, 2011
100% sottoscritto . Loreto, la zuppa e i nonberlusconiani
Che se in questo paese un'intera generazione di ex niente, né ex democristiani, né ex socialisti, né ex comunisti, ha creduto di poter fare politica è perché un bel giorno un signore è andato in tv a pronunciare le parole "rivoluzione liberale". C'abbiamo creduto, e pazienza se siamo a lungo passati per illusi o, peggio, per servi di qualcuno.
C'abbiamo creduto, e ci crediamo oltre Silvio Berlusconi. Ma è giusto dire che ci è stata data la possibilità, concretamente, di crederci perché c'è stato Silvio Berlusconi. E non staremo qui a citare il rapporto con gli Stati Uniti, l'appoggio alle missioni in Afghanistan e Iraq, la Legge Biagi, il tentativo (almeno quello) di riformare la scuola e l'università, il coraggio di dire la verità su una piccola minoranza di giudici militanti o l'intuizione di non mettersi in mezzo mentre Marchionne salvava Mirafiori e Pomigliano dal virus italico del sindacalismo fine a sé stesso.
"Il cuoco ritiene più grave che il Cav non abbia abbassato le tasse, stia facendo un orrenda riforma dell’avvocatura, non abbia liberalizzato le professioni del fatto che il medesimo Cav faccia baldoria (e qualcosa di più a casa sua)"
Terzo, un pensierino personale. Non so se rimpiangeremo Berlusconi. Ma di certo non rimpiangeremo i suoi avversari e molti dei suoi alleati. Perché Silvio Berlusconi ha avuto il successo che ha avuto anche grazie al fatto, innegabile, allo spettacolo desolante dei suoi avversari.
Posted by J.C. Falkenberg at 8:58 PM |
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martedì, gennaio 11, 2011
Come la Fed regala i soldi
Al cuore della seconda ondata di Quantitative easing della Fed c'è il cosiddetto POMO, il programma di acquisto periodico di titoli di Stato. Il programma è gestito in maniera talmente banale da poter essere tranquillamente anticipato, come ribadisce anche ZeroHedge, che gentilmente fornisce una lista dei titoli da comprare appena prima dell'operazione e rivendere poi. Sinora ha funzionato, provare per credere. E non sentitevi in imbarazzo: Non preoccupatevi, non farete mai i soldi che fanno i primary dealers, le poche banche autorizzate a gestire gli ordini della Banca Centrale americana. Per non sbagliare, pare che l'operatività per il programma d'intervento sul mercato più importante degli ultimi anni sia affidata anche a neoassunti privi persino di terminali Bloomberg , ossia dello strumento base per il trading sul reddito fisso. Più o meno come affidare ad un cieco una Ferrari al Gran Premio di Monza.
I complottisti avranno sicuramente una serie di oscure ragioni per dimostrare quanto tutto questo faccia parte di un complotto ai danni del popolo. Personalmente, sono più propenso (per fatti capitati a miei conoscenti) a dare la colpa alla tipica mentalità burocratica di una banca centrale: 1000 dollari a terminale al mese sembrano un'enormità ad un ufficio acquisti governativi, anche quando questo permetterebbe milioni in risparmi. Per i burocrati la massima di Schiller è sempre valida : "Contro la stupidaggine, neanche gli Dei possono nulla"
Senza contare, ovviamente, il poco velato desiderio di sussidiare le banche che aiutano la Fed nella propria attività caratteristica: manipolare i tassi d'interesse per facilitare il ciclo politico.
Posted by Unknown at 4:06 PM |
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Cina (e Giappone) al capezzale portoghese?
Quello che è certo è che le autorità monetarie stanno dando fondo all'arsenale per impedire ulteriori peggioramenti della situazione: la BCE compra direttamente titoli periferici, oltre a fornire liquidità a chiunque altro voglia farlo.
Anche il Giappone sta facendo la sua parte, almeno a parole, dichiarando di voler sottoscrivere un quinto delle emissioni del fondo europeo che sta organizzando il "salvataggio" irlandese. Oltre a guadagnare punti dal punto di vista politico, l'investimento aiuterebbe a deprimere il valore dello yen e a rafforzare l'euro: un ottimo risultato dal punto di vista mercantilista che ispira la politica finanziaria giapponese, ma anche una mossa che perpetua la spirale di manipolazioni valutarie che è una delle radici profonde della crisi.
Posted by Unknown at 3:18 PM |
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lunedì, gennaio 10, 2011
La Lega interronisce il Nord
Impeccabile Falasca. Il dramma del settentrione italiano è che si è scelto, anche per mancanza d'alternative, una versione lombarda del sistema di Totò Cuffaro. Potevano essere credibili 10 anni fa; adesso la distanza fra loro e certe cleptocrazie meridionali che sfregiano l'immagine del Meridione è solo una questione di tempo e di un certo residuo di buone maniere, destinate a scomparire se l'andazzo prosegue.
Del “sacco del nord” la Lega – che governa Veneto e Lombardia da quindici anni e l’Italia, quasi ininterrottamente, da dieci – non è stata vendicatrice, ma partecipe. Ha riscritto spudoratamente la questione settentrionale rimasticando il repertorio della destra e della sinistra peggiore e rimuovendo il nodo da cui il nord è invece strangolato, che è lo sfruttamento fiscale, cioè il livello abnorme di imposizione e di spesa, da cui le regioni italiane più competitive sono irrimediabilmente appesantite e quelle meridionali incentivate ad un “economia di rapina”.
[...]
Al nord che voleva meno tasse, meno vincoli, meno spesa pubblica e meno intermediazione politica la Lega promette meno immigrati e meno competizione. La sfida riformista è stata soppiantata dalla retorica vittimista.
Bossi non va sfidato sul tricolore, ma sulla questione settentrionale | Libertiamo.it: "
Posted by Unknown at 5:12 PM |
Labels: Lega , Umberto Bossi
Portogallo, salvagente BCE
Secondo Reuters, la BCE starebbe comprando a man bassa debito portoghese, greco e irlandese, per stabilizzare la situazione. Se non siamo alla disperazione, poco ci manca. Il problema di queste tre nazioni, lo ripeteremo fino alla nausea, non è di temporanea assenza di liquidità, anche se Lisbona è la nazione si avvicina di più a questa definizione.
E' un problema di lungo periodo, di insolvenza: quella del governo greco, prigioniero di una politica vorace e di un pubblico drogato a colpi di panem et circenses elargiti a spese di una classe superiore più simile ad una plutocrazia preindustriale che ad una borghesia moderna. O del sistema bancario irlandese, colpevole di aver pervertito miracolo celtico, con la complicità di una politica monetaria eccessivamente lasca e di una regolamentazione criminogena e dannosa ancor prima che inutile.
Il Portogallo non è particolarmente sprecone, ma cresce troppo poco: è arrivato troppo tardi alllo sviluppo per poter imitare il miracolo economico tramite bassi salari, data la concorrenza asiatica ed ha ben poco a parte il turismo; rischia il fallimento per aver creduto al miraggio della bolla finanziaria, non per averne attivamente approfittato. Può evitarlo tramite austerità e, soprattutto, radicali riforme economiche liberali, le stesse che ha evitato quando ha cercato di ottenere i vantaggi dell'Unione, senza pagarne il costo (come molti, troppi altri stati europei).
Tutto questo poco importa, tuttavia, se verrà trasformato nell'ennesimo sistema economico-zombie dalla necessità della classe politica tedesca e francese di nascondere i propri errori e quelli dei propri protetti nelle banche statali delle due nazioni-guida.
Posted by Unknown at 5:02 PM |
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CIna, il dilemma del creditore
Quanto conviene essere i maggiori creditori di qualcuno armato e pericoloso? I cinesi lo scopriranno a breve. Reuters) - President Barack Obama will host Chinese President Hu Jintao for a state visit on January 19, and the leaders of the two economic powerhouses are expected to discuss thorny issues such as China's trade surplus and its currency policies. The United States will tread carefully as Beijing is the country's largest creditor, holding more than $900 billion worth of U.S. Treasury bonds. Below are the top 10 largest holders of U.S. debt as of the end of October. -- China, mainland: $906.8 billion -- Japan: $877.4 billion -- United Kingdom: $477.6 billion* -- Oil exporters, which include Ecuador, Venezuela, Indonesia, Bahrain, Iran, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar, Saudi Arabia, the United Arab Emirates, Algeria, Gabon, Libya, and Nigeria: $213.9 billion. -- Brazil: $177.6 billion -- Hong Kong: $139.2 billion -- Caribbean banking centers, which include Bahamas, Bermuda, Cayman Islands, Netherlands Antilles and Panama: $133.7 billion -- Russia: $131.6 billion -- Taiwan: $131.2 billion -- Canada: $125.2 billion
Factbox: China leads list of biggest U.S. creditors | Reuters:
Repetita iuvat: Studenti, ricerca e spese militari
Dal recentissimo passato, un bel pezzo di Andrea Gilli su Studenti, ricerca e spese militari (grazie a Epistemes.org):
"La recente riforma dell’istruzione targata Gelmini ha scatenato scontri e proteste. In questa sede, non è mio interesse schierarmi. Piuttosto mi interessa un argomento avanzato da più parti per modificare la riforma. Sia durante alcune trasmissioni televisive che in questo video, gli “studenti italiani” si dicono a favore di tagliare le spese militari (definite sempre in aumento) per ricalibrare la spesa in istruzione. Hanno ragione?
L’idea di fondo degli studenti è che le spese militari siano uno spreco di risorse e che utilizzando quei fondi, la ricerca italiana potrebbe essere rafforzata sensibilmente. A mio modo di vedere ci sono almeno tre problemi con questa affermazione.
In primo luogo, bisogna capire in Italia quanto si spende in difesa. La risposta è presto detta. Il bilancio della difesa ammonta a circa l’1% del Pil (si va dallo 0,87% all’1,1% a seconda delle stime). Per fare un paragone, la spesa in istruzione in Italia è pari al 4,7% del Pil. Il rapporto è di circa 1 a 5. Gli studenti dunque chiedono ad una delle voci più piccole del bilancio statale di sobbarcarsi il peso dei tagli alla ricerca. Singolare, come minimo, specie quando ci sono parti del bilancio statale (pensioni [14% del Pil], sanità [8% circa Pil], amministrazione dello stato [politici, saltimbanchi et simila]) che fanno impallidire sia per il valore delle loro poste di bilancio che per gli sprechi che le caratterizzano.
Cari sinistri, smettetela di truffare gli studenti. Cari studenti, vedete di studiare, prima di aprire bocca. Altrimenti potreste sembrare utili idioti per i vecchi collettivisti che vi usano come marionette .
Posted by Unknown at 12:09 PM |
Labels: Difesa , riforme , spesa pubblica , università
e adesso tocca al Portogallo
C'è chi la chiama the Gipsi way, inventando un nuovo acronimo pure descrivere la sequenza nella quale i PIIGS rischiano di finire sotto attacco, giocando sull'assonanza con gipsy, zingaro.
Su stanno moltiplicando i segnali per cui l'asta portoghese potrebbe andare deserta o quasi, spingendo Lisbona a chiedere aiuto alla UE come Grecia e Irlanda. L'ultimo esempio lo trovate sul Wall Street Journal: Portugal's Test of Debt Market Looms This Week.
Comunque vada, sarà un insuccesso. I politici vogliono applicare il metodo già impiegato, inefficiente per tutti salvo che per loro stessi e per i banchieri statali nel breve periodo.
Posted by Unknown at 6:48 AM |
Labels: Portogallo , Spagna , unione europea
mercoledì, gennaio 05, 2011
Enti locali americani, il default in arrivo?
All eyes are on Europe’s periphery. But 2011’s debt surprise may be more likely to come from the likes of Dublin, Ohio; Madrid, New York; Athens, California; or Lisbon, Illinois
Posted by J.C. Falkenberg at 10:24 AM |
Labels: California , Muni , Municipal bonds , USA