mercoledì, aprile 05, 2006

Due pensieri sui coglioni

Silvio Berlusconi e' stato un coglione a dare di coglioni a mezza Italia, anche se non per i motivi dettati dag'ipocriti a mezzo stampa.
E' stato un coglione perche' ha abdicato ad uno dei pochi punti in cui era superiore, si e' abbassato allo stesso infimo livello dei propri avversari, abituati da una vita a ritenersi superiori per nascita e ad avere il monopolio dell'invettiva.

Che Berlusconi abbia ragione o torto, conta poco: adesso fa il politico, non piu' l'imprenditore o, in generale l'essere umano razionale. E nel nostro quadro politico, non e' piu' bon ton insultare la gente .

IN secondo luogo, e' sceso al livello degli avversari. Mi avete sentito bene. Sino ad ora, credo che Berlusconi fosse stato al di sopra del livello medio dei suoi avversari, abituati ad assaltarlo con la bava alla bocca, come la loro tradizione (da Lenin a Togliatti a Dossetti) insegna loro.

In sintesi, la stampa italiana e con loro l'italiota medio ragiona in questi termini: il sinistro puo' accusare chiunque non sia dei suoi di essere un delinquente politico, un ladro, un coglione (l'Unita') e , quel che e' grave, un essere antropologicamente inferiore ( in questo caso, lo si puo' usare non solo per i politici, ma anche per il semplice cittadino non comunsta). Stessa terminologia, questa, che veniva impiegata dai teorizzatori della naturale propensione alla schiavitu' di alcuni popoli e successivamente mutuato dai profeti del "sol dell'avvenire".
Al contrario, non e' permesso criticare la sinistra, perche' essi sono piu' morali ed anche se non lo fossero essi hanno regione a prescindere - come teorizzo' Fassino discettando di Togliatti pochi mesi fa, quando sostenne che essere il Milgliore lo assolveva automaticamente fdai suoi crimini, politici e non.

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