Direi che l'articolo di Pino Nicotri su Fiat coglie in pieno il problema: o la casa di Torino si regge da sola, o è tempo di smetterla di regalare soldi ad Agnelli & Co.
Aggiungerei soltanto che la FIAT è una delle poche aziende italiane ad aver ripetuto il giochino anche con le banche, che ci hanno perso svariati miliardi. Parliamo del famigerato prestito "convertendo" un prestito fatto per "salvare" la Fiat dal fallimento ed i cui termini furono di fatto imposti alle banche per "carità di patria". Il prestito , a dispetto del nome, prevedeva l'obbligatoria conversione in azioni , esattamente il contrario di quanto accade normalmente. Al momento della conversione forzosa, le perdite per le banche sono state di svariati miliardi ; le banche, nuove azioniste di maggioranza, hanno dovuto svendere sia a causa delle perdite sia a causa della normativa vigente, mentre gli Agnelli si tutelavano e guadagnano soldi e potere a colpi di operazioni nascoste dietro il velo dei derivati.
Non per sminuire Marchionne, che ha svolto molto bene il suo lavoro di razionalizzazione, ma è per prodezze come queste che Cerberus vuole gli italiani come soci in Chrysler, non (solo) per la tecnologia: uno dei punti chiave dell'accordo è che FIAT scriverà a quattro mani la petizione per ottenere nuovi fondi dal Governo USA. Nel frattempo, hanno già proposto alle banche americane una versione del convertendo che ha fatto alzare più di un sopracciglio: un accordo nel quale gli azionisti non mettono una lira, ma le banche accettano di trasformare il debito in capitale ordinario, abbuonandone anche una parte. Tremiamo al pensiero delle vette di faccia tosta cui i fiat-boys sapranno arrivare: per loro, contrattare con il Tesoro americano sembrerà facile come una corrida contro una vacca incinta.
Altro che common rail, il vero know-how di Torino è quello di scroccare soldi a chiunque.
venerdì, gennaio 30, 2009
Fiat, scandalo continuo
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