il management di Royal Bank of Scotland deve aver deciso che, se doveva affondare, era meglio farlo con stile. RBS ha riportato infatti la maggior perdita della storia del Regno Unito: 28 miliardi di sterline. La perdita "operativa" è di 8 miliardi, le svalutazioni sull'avviamento sono di ben venti miliardi di sterline. La sensazione è che l'obbiettivo sia stato quello di convincere il governo che non esistevano alternative all'intervento - e che una svalutazione massiccia spiani la strada ad una ottima "performance" successiva, almeno in termini comparativi
Il Tesoro di Sua Maestà ha deciso di bere l'amaro calice ed ha annunciato la nazionalizzazione: le obbligazioni subordinate acquistate lo scorso anno verranno convertite in azioni ordinarie, dando al Governo il controllo della banca . In cambio, l'istituto di credito si impegna ad aumentare il credito alle imprese, alle famiglie ed a chiunque sia gradito al governo. Qualcuno spedisca una storia dell'IRI e del Banco di Napoli a Londra, potrebbe tornar loro utile nel giro di qualche anno: l'esplicito controllo politico del settore porterà inevitabilmente al primato delle amicizie sulla qualità dei bilanci, con la creazione di una casta di "amici degli amici" che farà fortuna sul credito facile. Complimenti.
lunedì, gennaio 19, 2009
RBS, un oceano d'inchiostro rosso sangue. Londra nazionalizza e politicizza il credito
Posted by J.C. Falkenberg at 8:36 AM
Labels: Banche , Regno Unito
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