venerdì, novembre 18, 2005

Irving e' in galera. Anche il cervello di chi ce lo manda.

Daviud Irving, negazionista dell'Olocausto, e' stato incarcerato in Austria.
Dobbiamo esultare? NO, per nulla.
Qui non parliamo di opere che "incitano all'odio", di istigazioni a delinquere, per le quali ad esempio in Italia si va in galera solo se si e' di destra, grazie al mai compianto ministro Mancino. E personalmente, sono scettico anche sull'utilita' di chi pubblica scritti odiosi. Altro e' ovviamente chi lo fa con nomi e cognomi od istigando esplicitamente alla violenza contro gruppi di persone.
David Irving e' uno storico; e' in errore ed e' stato smentito innumerevoli volte, vero. Ma rimane uno storico, non un profeta d'odio.
Incarcerare chi puo' fornire, tramite i suoi errori, materiale a chi ha idee aberranti non e' scusabile, serve soltanto a ridursi allo stesso livello dei totalitari e dei bigotti violenti; e' una misura di pigrizia mentale, che da' al contrairo l'aura del martire al condannato, nonche' presta il fianco all'accusa di voler usare la forza perche' non si puo' avere ragione con l'arma della discussione.

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