William Buckley Jr. (se non sapete chi e' rileggetevi per punizione tutti i numeri di Ideazione dell'era Menniti Jr.) compie 80 anni. L' Economist, che pure ha difeso strenuamente la causa dei liberali classici (alleati o addirittura integrati nel movimento conservatore) gli dedica uno dei suoi ritratti agrodolci, definendolo "St Bill of the right ":
"Mr Buckley steered conservatism out of Crackpot Alley, driving out most of the obvious lunatics and building a creed on three solid pillars—support for free markets, traditional values, and anti-communism. He also added an element of glamour. American conservatives might like to pretend that they're Rambo types who are happier hunting their lunch than having it served up for them at Balthazar, like Jean Kerry, Hillary von Clinton and rest of the cursed liberal elite. In fact, they've always liked a little class (just look at their taste for dynasties) and in Mr Buckley they found a perfect emissary—a man who spent half his time denouncing fancy-pants intellectuals and the other half partying with them."
Ma il giovane Buckley ha reso il movimento conservatore americano cio' che e' oggi: ha demolito la vecchia classe dirigente moderata nel partito repubblicano; ha realizzato, in maniera parziale e ncompleta, ma efficace, la fusione fra liberisti e destra morale; soprattutto, ha costruito il maggior vantaggio dei conservatori americani rispetto a quelli europei continentali: una classe intellettuale antagonista a quella dominante liberal (leggasi socialdemocratica, cosi' non ci confondiamo. Reagan fu il maggior beneficiario di questo movimento.
Il problema che dovrebbe tormentare i partecipanti ai festegiamenti di Buckley e' lo stato attuale del movimento conservatore: Sostiene l'Economist che, dove una volta i veri anticonformisti stavano a destra, ora molti, troppi commentatori di destra sono soltanto megafoni di un consenso, partigiani quanto le bestie à la Moore
But how much of a price have conservatives paid for their success? How much of their intellectual vitality have they lost in pursuit of partisan politics?
[...] Mr Buckley once wrote that “conservatives in this country...are non-licensed non-conformists”. But what is “non-licensed” about people who are paid gigantic sums to spout away by conservative publishers and broadcasters? And what is "non-conformist” about churning out the same tired talking points about how liberals are traitors and fools and conservatives are patriots and geniuses?
This is not to say that American conservatives are any worse than Michael Moore and the “I Hate Republicans” crowd. The problem is that they are all much of a muchness: bit-players in a pundit industry that can't tell the difference between political debate and a Punch and Judy show.
Osservare i politici, poi, fa cascare le braccia, quasi come osservare la mandria ragliante che abbiamo eletto a Montecitorio:
And conservative pundits are people of adamantine principle compared with conservative politicians. Remember those Republican promises back in 1994 to clean up Washington? The Republican majority is now every bit as scandal-plagued and spending-addicted as the old Democratic majority, if not more so. Discretionary spending has grown by 36% in real terms since 2001. The number of pork projects in appropriations bills has grown from 2,100 in 1998 to 12,999 in 2005. Talk about winning the world and losing your soul.
La destra americana sembra pronta a soccombere alla legge di Acton sul potere, cosi' come e' accaduto a quella inglese. Spero di no, ma i sintomi ci sono tutti; la ricerca di appoggio fra gi evangelici e' un pessimo segno in questa direzione: si abbandonano i liberali e i sostenitori del libero mercato, in cambio dell'illusione statalista, tinta di clericalismo; possiamo soltanto sperare nei cosiddetti moderati, ch ein molti casi sono sempicemente dei laici, molto piuì' estremisti di certi "conservatori compassionevoli" per quanto riguarda la difesa della liberta', ma meno portait a crociate morali e moraliste.
C'e' bisogno, nelle parole dell'Economist, di un'altra "pulizia di primavera"
Fifty years ago Mr Buckley demonstrated that the right could not galvanise American politics unless it was first willing to put its own house in order. Today it desperately needs another bout of spring cleaning. Being spoilt by success is better than being spoilt by failure: just ask any British Conservative. But spoilt is spoilt nonetheless.
Ed ora, la trita e ritrita domanda: noi a che punto siamo? Ideazione ha da poco fatto il punto sui think tank e le istituzioni culturali della destra italiana; siamo pronti ad afrontatre la traversata del deserto? Da osservatore esterno, temo di cogliere un difetto di coordinamento, nonostante (o forse a causa) la fase inizaile del fenomeno. E' pericoloso; uno dei punti fondamentali della forza dell'anti-estabilishment conservatore USA o britannico e' proprio la capacita' di dialogo e collegamento; e' pericoloso, soprattutto perche' in caso di sconfitta delle CdL, le universita' diventeranno probabilmente luoghi inospitali ad un dibattito fusionista e conservatore libero ed a tutto tondo. E includo anche le istituzioni universitarie "cattoliche": il conformismo bianco e' meno pesante di quello rosso, ma esiste e si fa sentire.
La cosa piu' stupefacente, pero', e' il totale disfattismo intellettuale della nostra classe politica. In part,e ha raigone A.Crespi sul Domenicale, quando accusa la cultura di destra di aver fornito ben poco materiale umano alla poitica; ma e' anche vero che nulla , anzi meno di nulla, e' stato fatto dalla classe politica di destra per attirare esponenti di un mondo che la politica la vorrebbe se non abolire, severamente limitare; a volte mi pare che si sia preferito assoldare una schiera di emigre' politici, che purtropop non se ne sono mai andati , facendo cantare loro lo spartito Aroniano al posto di quello Marxiano ed illudendosi che bastasse per consolidare la presa sul potere.
Forse la nostra classe politica, nostra della CdL, intendo, preferisce, come i Rockfeller republicans , tornare a vegetare in una riserva indiana, piuttosto che sfidare sul serio i principi del perverso patto suicida socialdemocratico-welfarista?