Un po' di rassgena stampa: William Longhi su Il Pungolo[punto]Com:
"Se si escludono i soliti Salvati, Debenedetti, D’Amico o Rossi, il liberalismo sembra un problema retorico di Berlusconi, con cui i leader della sinistra non vogliono avere nulla a che vedere. E per dimostrarsi moderni ritirano fuori vecchie mummie del riformismo statalista, da Roosvelt a Wilson, da Kennedy a Palme o Brandt.
Quando potevano essere kennedyani, negli anni sessanta e settanta, erano dossettiani, dorotei, morotei o eurocomunisti. Essere kennedyani nel XXI secolo, e considerarsi pure moderni, diventa grottesco. Blair ha rivoluzionato il laburismo introducendo una forma di post-Teatcherismo. Prodi a chi o cosa si ispira per il suo futuro Partito Democratico?"