martedì, novembre 08, 2005

Rimborso od estorsione?

Il governo sudafricano ha un modo tutto suo di sintetizzare il passato marxista id buona parte dei suoi membri con il nuovo amore per il denaro - mascherare l'esproprio da rimborso.
Ogni governo , si sa, adora estorcere denaro ai propri sudditi; tuttavia, di questi tempi, la pura e semplice confisca dei beni e redistribuzione ai propri favoriti non viene considerata una politica adeguata ad un governo "progressista" .
Dall'altro, la pura tassazione , sebbene soddisfi il desiderio di rapina, non e' suficientemente selettiva; non permette una "punizione esemplare " per scoraggiare gli avversari, ne' soddisfa l'invidia sociale tanto spesso aizzata dai governi che si dipingono come "progressisti"; inoltre, aumenta la complicazione nel trasferimento del bottino dai "perdenti" ai sostenitori del padrone di turno.
Il dittatore dello Zimbabwe, Robert Mugabe, si limita semplicemente a firmare decreti di esproprio a fini di "riforma agraria" , trasformando i propri sostenitori in latifondisti e ditruggendo l'agricoltura commerciale locale - l'agricoltura di sussistenza, o che sorpresa, non riesce a produrre a sufficienza per sostituire le importazioni di cibo pagate da the' e tabacco, col risultato di ottenere una carestia. Fin qui nulla di nuovo, basterebbe leggersi libri vechci di 300 anni per evitare simili stupidaggini, ma si sa che il progresso verso il "sol dell'avvenire" impone di bruciare libri o dimenticarsi di certe lezioni.

Il governo sudafricano non puo' tuttavia comportarsi in tale maniera brutale: ha una reputazione (forse eccessivamente buona) da mantenere, eredita' di Nelson Mandela, e una leadership con un birciolo di pragmatismo; non che i membri della nuova classe politica nera credano nella liberta' (non che i boeri che li hanno preceduti fossero molto meglio, sia ben chiaro, dato che erano canaglie razziste) , ma come ogni bravo tiranno rinascimentale europeo, sanno che non conviene uccidere la gallina dalle uova d'oro.
Di conseguenza, la nuova legge per migliorare le prospettive economiche della popolazione nera prescrive che il 26% di grandi aziende debba andare ad investitori neri. Notiamo en passant che non si parla di lavoratori, ma di "investitori". La motivazione? Risarcire i neri delle sofferenze inflitte loro durante il regime dell'apartheid.
De Beers ad esempio, ha appena venduto il 26% del proprio capitale a perosne di colore.
Cosa ci trovo di preoccupante?
Per dirne una, il fatto evidente che si tratta solo di razzismo alla rovescia: sono molto scettico in misure che invece di promuovere la mancanza di pregiudizi, li perpetuano modificandone i beneficiari e le vittime.
In secondo luogo, potete immaginare chi siano i beneficiari di tale politica: ex compagni dell'ANC che hanno deciso di diventare "capitalisti" , facendosi assegnare tali quote, che vengono pagate tramite prestiti delle societa' stesse.

In terzo luogo: perche' punire persone ed aziende per la loro obbedienza a quelle che , ai tempi, erano leggi dello Stato? Non stiamo parlando di crimini penali, ma dell'applicazione di quote razziali nell'assunzione e nella discriminazione nei livelli salariali.
Esattamente quello che il governo sudafricano continua ad imporre, cambiando semplicemente il colore della pelle dei beneficiari.

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