Cari compagni ehm amici ehm democratici, dopo le
dichiarazioni di Walter Veltroni sulla riforma elettorale, è ormai palese che chi vi hanno rifilato come
conducator o è un clone di Giulio Andreotti, praticamente Belzebù, oppure un personaggio già afflitto da Alzheimer a 52 anni.
Se vogliamo illuderci che certi nostri politici conservino ancora un briciolo di pudore e di buona fede quando si rivolgono ai cittadini, che no intendano giocare con le architravi del sistema politico, la Costituzione e la legge elettorale, per minuscole esigenze tattiche, allora l'ipotesi di una forma d'Alzheimer è l'unica possibile, se vogliamo spiegare perché alcune delle menti più inutilmente brillanti* della politica italiana abbiano completamente dimenticato la storia recente di questa Nazione, nonché buona parte della scienza politica, sino al punto di affermare che il sistema elettorale proporzionale favorirebbe il bipolarismo.
In Germania, il bipolarismo esiste nonostante la presenza di un sistema proporzionale ed è stato
garantito da altri aspetti dell'assetto costituzionale e dalla contingenza storica.
L'argomento per cui sistema proporzionale sarebbe in qualche modo connaturato al carattere nazionale italiano è poi semplicemente risibile: al massimo, è connaturato alla nostalgia della casta dirigente italica, abituata a generazioni di totale commistione trasversale al momento della spartizione delle spoglie. RCS, Rai e compagnia cantante riusciranno probabilmente a fare il lavaggio del cervello agli italiani, ma i fatti parlano chiaro: la Prima Repubblica, una volta eliminato ogni residuo liberale, strangolò il miracolo economico nella culla e creò le condizioni per avviare l'Italia al declino.
Come dimostrato dal discreto funzionamento del sistema maggioritario nelle elezioni per gli enti locali, il problema non sono gli italiani: sono i politici che hanno approvato a livello nazionali leggi elettorali pessime, sapendo che si trattava di pessime leggi, e poi si sono stupiti del loro cattivo funzionamento.
Sappiamo tutti, sfortunatamente, che non si tratta di Alzheimer, ma di una manovra di quart'ordine: la nostalgia del Pentapartito, della
restaurazione partitocratica, sembra davvero dare alla testa. Comprendo Casini, per il quale un ritorno al passato sarebbe l'unica possibilità di guadagnare all'Udc una sopravvivenza politica nel ruolo di un arbitro, un ago della bilancia che garantirebbe la totale degenerazione del Parlamento italiano nell'immobilismo più assoluto.
Mi delude Veltroni, pronto a consegnarsi ad un partito che dovrebbe avere una mignatta nel proprio simbolo. D'altronde, l'alternativa sarebbe tenersi l'abominio politico italiano, i due partiti comunisti e mezzo che ci ritroviamo costantemente legittimati dalla sinistra moderata più demente e tendenzialmente suicida d'Europa.
Purtroppo il problema non è facilmente risolvibile dai liberalsocialcomunisti nostrani: i trotzkisti non si possono più spedire nei gulag o in clinica, come si faceva ai bei tempi in URSS, in Cina oin Cambogia, quei bei tempi in cui Wolter era un rampante militante della gioventù comunista sovvenzionata e affascinata da quei regimi totalitari. Adesso , gli toccano Casini e soci.
*=nel senso che brillano della luce dei riflettori puntati costantemente dai media di partito o di famigghia.