Il lato positivo del piano Obama per General Motors è che è pronto a lasciar fare al mercato quello che avrebbe fatto anni fa, se non fosse stato per la diffusa tendenza a intralciarne il funzionamento: farla incamminare verso l'amministrazione controllata e la ristrutturazione, come sarebbe dovuto accadere anni fa. Se questo non è accaduto non è certo per colpa del "capitalismo selvaggio", ma soprattutto grazie all'eredità di decenni di blocco della concorrenza, incoraggiato e sanzionato dal governo.
Da un lato, abbiamo avuto l'oligopolio collusivo del cartello dei produttori di auto, indebolitosi soltanto negli ultimi anni; dall'altro, abbiamo soprattutto il monopolio sindacale, cresciuto prima in simbiosi e poi in relazione parassitaria con il governo e con la grande industria, di cui ha condiviso le spoglie e le pratiche anticoncorrenziali, sino a spezzarne la fibra.
Giova sempre ricordare che il settore automobilistico è in crisi principalmente perché produce macchine che non si vendono, ma che tale crisi viene ingigantita enormemente dal fatto che buona parte dell'enorme debito di General Motors e Ford è stato acceso per finanziare le obbligazioni di carattere assistenziale a cui sono state obbligate dai contratti firmati con i sindacati, dietro "moral suasion" del governo: le due case automobilistiche si sono indebitate per decine di miliardi, che hanno versato in fondi pensione e sanitari gestiti direttamente dal sindacato.
Capitalismo selvaggio, davvero: esattamente come quello che ha dovuto sopportare FIAT, che infatti sta per valorizzare le proprie qualità nell'alleanza con Chrysler : nell'appropriazione di fondi pubblici non li batte nessuno.
Hat tip: Seeking Alpha
martedì, marzo 31, 2009
Libero mercato e monopoli: il caso di Fiat e General Motors
Posted by J.C. Falkenberg at 10:23 AM |
Labels: Chrysler , Fiat , General Motors
Semplicemente fantastica.
Hat tip: Phastidio /http://phastidio.net/2009/03/30/i-will-revive-will-i/)
Posted by Unknown at 12:47 AM |
lunedì, marzo 30, 2009
Il 24ore diventa il Sole dell'avvenire?
Di poco fa la notizia che l'ex (si spera) compagno giornalista del Manifesto Gianni Riotta passa a dirigere il Sole-24 ore.
Speriamo tutti caldamente che si sia molto, molto imborghesito: il Sole è uno dei giornali meno collettivisti d'Italia, anche dopo la cura-De Bortoli; non significa molto, nel desolante panorama della nostra Italietta, ma è sempre meglio del Corriere, dove Ostellino e Panebianco svolgono un ruolo a metà fra la foglia di fico e l'ultimo giapponese nella giungla, pur rappresentando meglio di tanti altri nuovi acquisti e vecchie volpi le idee dei lettori storici del Corriere, quelli che lo abbandonarono in massa dopo la tragedia dell'endorsement.
Ferruccio de Bortoli, nel frattempo, se ne torna al Corriere. Non gli è riuscito di devastare culturalmente il Sole, speriamo gli riesca di ravvivare la catacomba di Via Solferino.
Posted by Unknown at 9:10 PM |
Labels: Corriere della sera , De Bortoli , Italia , Media , Riotta
Barack Obama è Roosevelt o Herbert Hoover?
Secondo naked capitalism, è più Herbert Hoover, che ebbe la sfortuna di presiedere sulla fase più critica della Depressione, mentre Roosevelt prese in cura una nazione che non lo sapeva, ma era sulla via della ripresa - e provvide a farla rimpiombare nella Grande Depressione grazie all'assalto anticapitalista chiamato New Deal.
Abbiamo la tremenda sensazione che Obama sarà Hoover, ma abbia il potenziale per diventare Roosevelt, sia per gli effetti devastanti sulla salute a lungo termine della libertà negli USA, sia nella sua capacità di nascondere la realtà dietro la propaganda, grazie all'aiuto di una casta mediatica graniticamente schierata per il socialismo, come negli anni '30.
Speriamo di sbagliarci.
Posted by J.C. Falkenberg at 5:53 PM |
Labels: Herbert Hoover , Obama , Propaganda , Roosevelt , Statalismo , Storia
La faccia come il posteriore, Detroit Version
J.Granholm, governatrice del Michigan, lo stato americano ove si trova Detroit, ha appena definito Richard Wagoner un "agnelo sacrificale".
L'ex CEO di General Motors ha presieduto a quella che probabilmente ? stata la pi? grande distruzione di valore negli USA, ma in fondo non possiamo stupirci che un politico di uno degli stati peggio gestiti e pi? poveri d'America non ci arrivi: quello che la Granholm vede ? l'enorme contributo che Wagoner ha sempre dato alla causa del sindacato, grande elettore del Partito Democratico e felice percettore di decine di miliardi di dollari versati nei VEBA, i fondi sanitari direttamente gestiti dal sindacato che hanno causato buona parte dell'indebitamento-monstre di GM.
Quello che ci preoccupa ? che la Granholm ? una delle candidate alla carica equivalente a quella di ministro della Salute in Italia. Tremiamo al pensiero di cosa possano fare eli ed i sindacati una volta messe le mani sulla sanit? americana. Forse ritroveremo Wagoner alla testa di Medicare o Medicaid, tanto per essere sicuri che falliscano pi? rapidamente del previsto?
Posted by J.C. Falkenberg at 5:31 PM |
Labels: Detroit , General Motors , Granholm , idiotarians , Obama
La Russia vuole il ritorno al gold standard
Se ci arrivano anche i russi, c'è qualcosa che ci sfugge... Russia backs return to Gold Standard .
Posted by J.C. Falkenberg at 3:18 PM |
Labels: gold standard , Mercati , Russia
Hummer addio?
In un altro segno dei tempi, si sta decidendo in queste ore la sorte di Hummer, in un certo senso la marca simbolo degli eccessi della bolla speculativa.
Nato come veicolo militare, diventato glamour grazie ai rapper americani e accessibile in un'era di basso costo dell'energia, rischia adesso di uscire completamente di produzione, a meno di non trovare un compratore estero. La crisi che attanaglia Detroit e la retorica "verde" del nuovo presidente rendono politicamente impossibile per General Motors, proprietaria del marchio, continuarne la produzione mentre implora aiuti di Stato per decine di miliardi di dollari.
"Ma anche" arriva a Washington: Obama come Veltroni?
Il presidente Barack Obama sembra talvolta un incrocio fra Walter Veltroni, con i suoi "ma anche", e il candidato presidenziale John Kerry, quello che era "contro la guerra prima di votare a favore, ma poi dopo ho cambiato idea e ho votato contro" ... Domenico ha sostenuto che le tre grandi di Detroit non avevano fatto abbastanza e che se non vi fossero stati maggiori sforzi da parte di sindacati e creditori il governo non avrebbe concesso ulteriori aiuti. Oggi, filtra la notizia che nuovi aiuti verranno annunciati nel pomeriggio.
Qual è il piano, signor Presidente?
A voler entrare nel dettaglio, le concessioni richieste sembrano essere un colpo al cerchio ed uno alla botte. Da un lato, infatti, il Presidente vuole accreditarsi come il salvatore della patria automobilistica; dall'altro, per dimostrare di non sperperare il denaro pubblico, impone condizioni che sono equivalenti al passaggio in amministrazione controllata delle due aziende.
Nulla di più positivo, secondo la nostra modesta opinione, visto che un passaggio del genere permetterebbe la ristrutturazione radicale dei contratti-capestro con i sindacati e una trasformazione dei creditori in azionisti, ma allora perché non lasciar fare alla legge ed al mercato?Forse perché l'amministrazione Obama vuole riplasmare gli USA, come cercò di fare Roosevelt e per farlo deve dimostrare che no esiste salvezza senza l'intervento di uno Stato oppressivo e corporativo quanto le socialdemocrazie europee.
Posted by J.C. Falkenberg at 7:56 AM |
Labels: Auto , Chrysler , General Motors , Obama , Statalismo
venerdì, marzo 27, 2009
La fortuna di Twitter: qualcun altro ha pensato a come renderli profittevoli
Il problema di Twitter è sempre stato molto semplice: come guadagnare ocn un servizio grauito. I venture capitalist che lo hanno sostenuto hanno sempre sostenuto di essere rilassati riguardo al fatto ch eprima o poi si sarebbe trovato un modo di monetizzare il successo del sito di microblogging.
Bene, pare che non dovranno neppure scervellarsi, perché qualcuno lo sta facendo per loro: Federated Media ha un progetto per impigare Twittter come piattaforma per la raccolta di news tematiche, pagando una quota delle entrate a Twitter.
The Obsession With Twitter’s Business Model - DealBook Blog - NYTimes.com
giovedì, marzo 26, 2009
Razzisti mai, nazisti invece va bene
Per certi media americani, fare dell'umorismo prendendo spunto da una notizia di cronaca è razzismo, a causa di una labile connessione che potrebbe esistere fra l'uso di uno scimpanzé per descriver ela stupidità della manovra, ed il Presidente in carica, è razzismo.
Usare lo stile e la costruzione tipica delle vignette antisemite naziste e sovietiche per descrivere Israele, invece, è perfettamente lecito.
Aspettiamo fiduciosi che Pat Oliphant, autore della vignetta incriminata, tratti allo stesso modo gli arabi e Chavez.
Posted by J.C. Falkenberg at 11:46 AM |
Labels: Antisemitismo , Gaza , Israele , Media , Propaganda
Marc Faber: la manipolazione governativa è fonte di volatilità irrazionale
Dal blog di Marc Faber , uno dei guru dell'investimento in Asia
"Investors need to get used to the fact that when a market is manipulated by governments it becomes extremely volatile. Not just for equities but for everything. "
Posted by J.C. Falkenberg at 11:18 AM |
Labels: Mercati , Regolamentazione
Mercato in azione: aggiustamenti nel tasso di risparmio
Gli aggiustamenti macroeconomiici indotti dalla fine della bolla continuano: per la prima volta in decenni, il tasso di risparmio USA, notoriamente ridotto, ha superato quello Giapponese.
Si tratta, da un lato, della fine della bolla generata dalla Fed, che ha costretto gli americani a risparmiare invece di affidarsi soltanto all'aumento del valore delle proprie attività; dall'altro, dell'effetto di vent'anni di politiche di "stimolo" in Giappone, che non hanno risolto i problemi strutturali della nazione asiatica.
un esempio lampante, che tuttavia i pasdaran della spesa a tutti i costi scelgono spesso di ignorare - o di ribaltare completamente, sostenendo che il problema Giapponese è che lo stimolo sia stato "insufficiente", nonostante le sue dimensioni mastodontiche.
Quello che è stato insufficiente, invece, è stato il coraggio di ammettere che in Giappone, come in Occidente oggigiorno, il problema è nato proprio dalle aree dove la regolamentazione statale era più invadente e che il peso dell'intervento statale costituisce parte del problema, non della soluzione.
Hat tip: FT Alphaville
mercoledì, marzo 25, 2009
For geek only
Un nuovo blog sulla Algorithmic Game Theory, alla frontiera fra computer science ed economia.
Posted by J.C. Falkenberg at 12:01 PM |
martedì, marzo 24, 2009
E da Dicembre CAI è carne morta.
SE tutto va bene, da Dicembre le Ferrovie saranno in grado di offrire il viaggio Da Milano a Roma in 3 ore sulla linea ad Alta Velocità. Al di là delle stupidaggini blaterate a getto continuo da Massimo Moretti, sindacalista AD del gruppo, si tratta della campana a morto per la tratta più redditizia di CAI/Alitalia , la Milano Linate-Roma Fiumicino.
Non è che l'aereo non potrebbe essere più veloce del treno. E' che Alitalia non è in grado di farlo, ne posso dare personale testimonianza: ad esempio il volo richiede 35 minuti per percorrere il tragitto fra le due piste, ma almeno altrettanti per il breve trasbordo fra l'aeroporto e l'aereo e viceversa. Una carenza che la dice lunga sulla preparazione della dirigenza CAI.
Ai soci "privati" non resta che sperare che le Ferrovie riescano, come al solito, a rovinare tutto con una storica sequenza di ritardi, come nella loro migliore tradizione.
Newt is back. Ce ne servirebbe uno in Italia
Nel momento del bisogno, riecco Newt Gingrich.
L'alfiere della Rivoluzione Repubblicana rientra nell'arena, con un film su Reagan e soprattutto con una nuova iniziativa per sanare le divisioni fra le varie anime del movimento conservatore :quelli che noi definiremmo liberali e clericali. Credete che potrebbe dare una mano anche a noi, oppure dovremo aspettare che la deriva clericale ci trascini a fondo come ha fatto con il Partito Repubblicano? Noi non abbiamo un Obama, a trarne vantaggio sarebbero Vendola, Caruso e Prodi.
Newsmax.com - Gingrich Seeks Conservative Unity With New Group
Posted by Unknown at 9:17 PM |
Labels: Clericali , Gingrich , GOP , Liberalismo
La fregatura del PPIP
Oggi non ho avuto il tempo per descivere la fregatura che è il nuovo piano del Tesoro americano. O meglio, il gigantesco regalo agli "amici degli amici" : Phastidio ne da' un esempio chiarissimo , in italiano. Zerohedge ne da' una versione analitica in Inglese.
Questa è incredibile: niente peli, niente PAP-test
Da Metilparaben: Obiettori del pelo. Quando l'obiezione di coscienza arriva al rifiuto di visitare una donna depilata, si è davvero tentati di pensare che i talebani abbiano grandi opportunità di successo anche in Italia...
Posted by Unknown at 6:36 PM |
Labels: Cattolici , Fondamentalismo , idiotarians , talebani , Vaticano
NOn ve ne fregherà nulla
Ma a me fa piacere: Biondi e Costa aderiscono al Pdl. Due esponenti liberali storici tornano nel centrodesra, dopo anni da "separati in casa". Speriamo che la dirigenza PdL sia in grado di riconoscerne i meriti, visto che al momento ci tocca l'ora del dilettante.
Posted by J.C. Falkenberg at 2:03 PM |
Qui si concorda con Simone Veil
Secondo l'ex presidente del PArlamento Europeo , intellettuale sopravvissuta ad Auschwitz, «Benigni non meritava l'Oscar» . Personalmente, non riusciamo a darle torto.
Posted by J.C. Falkenberg at 9:10 AM |
lunedì, marzo 23, 2009
Europa, quanto ci costi.
Chi sogna uno sviluppo a colpi di fondi europei, come accadde a Spagna e Portogallo, ecco un dato fondamentale: per l'Italia, il saldo fra fondi ricevuti e contributi versati è negativo per 30 miliardi di euro per il decennio 1995-2006. Ancora più preoccupanteil dato del 2007, con 10 miliardi di disavanzo per un solo anno.
In sintesi, i consumatori italiani versano parte dell'IVA all'Unione Europea, che poi la impiega per bruciare cifre ingenti a vantaggio di agricoltori sussidiati e regioni altrettanto sussidiate. Per il disturbo, spariscono 30 miliardi di euro, ossia tre manovre finanziarie di taglia "normale". Lo "sviluppo" dei nostri cugini iberici e la bella vita degli agricoltori francesi (oltre che di quelli italiani), che godono di privilegi degni dei nobili nell'ancien régime, vengono finanziati anche dagli italiani, non soltanto dai tedeschi e dagli olandesi, ma si sa, è più facile cullarsi nel pensiero che l'Unione Europea sia come lo Stato nella definizione dell'abate Sèyes: "L'illusione che chiunque possa campare a spese di tutti gli altri".
C'è sempre un conto da pagare e noi italiani siamo tanto pirla da non accorgerci che anche noi siamo fra quelli con il portafogli aperto.
Posted by J.C. Falkenberg at 11:45 AM |
Labels: Sprechi , sussidi , unione europea
Credici
Il ministro degli Esteri Frattini farebbe miglior figura glissando sull'intero argomento dei Giochi del Mediterraneo. Prima, per ingraziarci la sponda sud , il governo avalla la decisione di escludere un'intera nazione per motivazioni che vanno dal pusillanime al razzista. Adesso, il ministro coraggiosamente dichiara che questi «Saranno gli ultimi Giochi del Mediterraneo senza gli israeliani». E come ce lo garantirebbe, di grazia? I prossimi giochi non si svolgeranno in Italia, quindi, a quanto abbiamo capito, si è rinunciato ad agire nell'occasione in cui si aveva un'effettiva leva negoziale, a favore di fumose promesse di "incontri" e "consultazioni". Il silenzio sarebbe stato più appropriato, rispetto a questa manfrina che dimostra come, purtroppo, la cautela diplomatica arrivi spesso e volentieri ai limiti del collaborazionismo.
Posted by J.C. Falkenberg at 9:18 AM |
Labels: Antisemitismo , Frattini. , Israele
venerdì, marzo 20, 2009
Global warming - i soldi da che parte stanno?
Ci raccontano sempre che le grandi multinazionali spendono cifre faraoniche nella propaganda contro la giusta causa verde, per sussidiare gli scienziati pazzi che accolgono con scetticismo le tesi estremiste sul riscaldamento globale.
Bene, Iain Murray fa notare come, soltanto nelle ultime due settimane, le tre più grandi fondaizoni claiforniane abbiano deciso di investire fino a 1.5 miliardi di dollari.
Sapete quanto ha speso il gigante petrolifero Exxon ,nei dieci anni scorsi, per finanziare ricerche sul riscaldamento globale? 19 milioni . Milioni.
Posted by J.C. Falkenberg at 4:11 PM |
Labels: Global Warming , Propaganda
AIG non è ancora too big to fail
Siamo davvero sicuri che il colosso asiscurativo AIG sia "Too Big to Fail"? La risposta, analizzando i dati, è no. Fortunatamente, il disastro dell'investimento in CDS non mette a rischio i detentori di polizze, ma soltanto gli azionisti, gli obbligazionisti, le banche che hanno venduto CDs ad AIG ed il governo, che ha scioccamente cercato di bloccare il meccanismo di mercato. Se proprio vogliamo evitare la crisi sistemica, sarebbe meglio realizzare le perdite e , al massimo, aiutare le banche che hanno subito le perdite maggiori, invece di indennizzare chiunque a qualunque prezzo - sia coloro che lo merito, sia chi è stato tanto sconsiderato da prendersi rischi confidando nell'intervento governativo.
Posted by J.C. Falkenberg at 3:28 PM |
Labels: AIG , Crisi , Obama , salvataggi
AIG non è ancora too big to fail
Siamo davvero sicuri che il colosso asiscurativo AIG sia "Too Big to Fail"? La risposta, analizzando i dati, è no. Fortunatamente, il disastro dell'investimento in CDS non mette a rischio i detentori di polizze, ma soltanto gli azionisti, gli obbligazionisti, le banche che hanno venduto CDs ad AIG ed il governo, che ha scioccamente cercato di bloccare il meccanismo di mercato. Se proprio vogliamo evitare la crisi sistemica, sarebbe meglio realizzare le perdite e , al massimo, aiutare le banche che hanno subito le perdite maggiori, invece di indennizzare chiunque a qualunque prezzo - sia coloro che lo merito, sia chi è stato tanto sconsiderato da prendersi rischi confidando nell'intervento governativo.
Posted by J.C. Falkenberg at 3:28 PM |
Crosspost of the day
Mio, su Giornalettismo:
"E' veramente difficile comprendere perchè ai traders di AIG sia stato riconosciuto un premio. Come possono giustificare questo oltraggio ai contribuenti che si sono svenati per tenerli a galla? Ho incaricato il segretario Geitnner di esplorare ogni via legale per impedire che questa vergogna si compia". Eppure, fosse stato più attento, l'Uomo dei Sogni avrebbe potuto evitare di firmare la legge che li autorizzava cotta e servita dal suo partito. E ci sarebbe ancora qualcosina da spiegare...
Posted by J.C. Falkenberg at 3:01 PM |
Labels: AIG , bonus , contributi elettorali , giornalettismo , nazionalizzazioni , Obama , Partito Democratico , salvataggi
giovedì, marzo 19, 2009
Obama e la gioia della fuga da Washington
George W. Bush veniva accusato di andare troppo spesso in vacanza. Obama sembra avere lo stesso bisogno di fuggire dalla Casa Bianca, per tornare alla cosa che gli piace di più: farsi propaganda fra la gente. Per quasi ogni problema dal giorno dell’inaugurazione la reazione è spesso quella di rimettersi in viaggio accompagnato dalle telecamere, arrivando a contraddirsi, pur di allontanarsi dagli effetti della crisi e delle misure che la sua stessa amministrazione e la sua stessa maggioranza stanno prendendo.
Peccato che adesso non serva un propagandista: serve un presidente.
mercoledì, marzo 18, 2009
Razzismo sindacale
Un'amaraa lezione per i sostenitori del sindacalismo e della regolamentazione a tutti i costi: I sindacati americani sono stati uno dei bastioni del razzismonegli USA, almeno fino agli anni '60. Anche il New Deal ebbe caratteri fortemente discriminatori, mentre per paradosso furono le pratiche "antisindacali" a garantire le uniche possibilità di lavoro per gli afroamericani
Hat tip: Reason Magazine
giovedì, marzo 12, 2009
Voto dei capogruppo? In Francia è come lo intende Berlusconi
Da JimMomo una importante precisazione sulla procedura francese del voto da parte dei capigruppo. "Conoscere per deilberare", diceva Einaudi. Berlusconi & Co. sono di estrazione socialista e quindi può darsi che abbiano leggiucchiato testi collettisti ed antiliberali, ma rispettare ogni tanto una massima liberale e di buon senso lo si dovrebbe proprio fare.
"ciò che è previsto da quarant'anni nel Parlamento francese è tutt'alto: è la possibilità del voto per delega, rigidamente regolamentato. E' il singolo parlamentare che volontariamente delega il suo voto, non il capogruppo che si alza e vota per tutti.
Dopo aver sancito che «il diritto di voto dei membri del Parlamento è personale», la Costituzione francese ammette in via del tutto eccezionale la «delega del voto», purché autorizzata e regolamentata da una «legge organica». E' l'ordinanza n. 58-1066 del 7 novembre 1958 a recare la «legge organica che autorizza eccezionalmente i parlamentari a delegare il loro diritto di voto». Innnanzitutto, possono esercitare la facoltà di delega solo in pochi casi eccezionali e documentati («malattia, incidente o evento familiare grave che impedisca al parlamentare di spostarsi»; «missione temporanea affidata dal Governo»; «servizio militare svolto in tempo di pace o in tempo di guerra»; «partecipazione ai lavori delle assemblee internazionali in virtù di una designazione fatta dall'Assemblea nazionale o dal Senato»; «in caso di sessione straordinaria, assenza dal territorio metropolitano»; «casi di forza maggiore valutati con decisione degli uffici di presidenza delle Assemblee»)."
Inoltre, pare che nessuno possa accumulare deleghe da più di un deputato. Quando si parla di Francia, non è che ormai se ne parla come Pajetta ed i relitti rossi parlavano di "fare come in Russia" , senza sapere di quel che parlavano?
Posted by J.C. Falkenberg at 1:23 PM |
Labels: Berlusconi , Francia , voto
The Right Nation: The Last Freeman in Town
Barack Obama non sembra avere fortuna nelle candidature chiave. The Right Nation ha un profilo dell'uomo che ha causato l'ultimo imbarazzo a Obama: un candidato per il NIC lodato per la propria "imparzialità" e che si rivela foraggiato dai sauditi , antisemita e convinto che il 9/11 fosse responsabilità degli USA.
Pensatela come volete, ma il numero di razzisti ed estremisti di sinistra che circondano Obama comincia a sembrare più che una coincidenza.
The Right Nation: The Last Freeman in TownEx ambasciatore, analista di spessore, versato nelle lingue (cinese,
francese, spagnolo e un pizzico di arabo), Freeman sembrerebbe - a prima vista -
una buona scelta per il ruolo di presidente del National Intelligence Council.
Ma erano in molti a non pensarla così, soprattutto dopo alcune sue dichiarazioni
“giustificazioniste” sull’11 settembre («invece di chiederci cosa abbia causato
gli attacchi, gli americani dovrebbero esaminare se stessi») e sul massacro di
Piazza Tiananmen («la risposta del Politburo è stata un esempio di eccessiva
cautela nei confronti dei manifestanti»). Considerato - a torto o a ragione - un
“nemico di Israele”, Freeman non ha mai fatto nulla per eludere questa nomèa.
Arrivando a pubblicare il controverso libro “The Israel Lobby and U.S. Foreign
Policy”, che nel 2006 gli attirò le “simpatie” dei neocon di destra e di
sinistra. Un personaggio troppo chiacchierato, insomma, per resistere ad uno
scrutinio serrato come quello a cui è stato sottoposto. E che ha portato
all’ennesimo flop nelle nomine di Obama.
mercoledì, marzo 11, 2009
Tremonti Signoraggista
Proprio mentre ci cominciavamo ad illudere che il vero Giulio Tremonti avesse recuperatol'uso del proprio corpo, scacciando l'alieno che se ne era impossessato, il ministro delle Corporazioni se ne esce con una delle sue sparate - speriamo etiliche. Da leggere, interamente, Liberty Soldier.
Il dilettante economista casualmente insediatosi a capo del ministero del
Tesoro, deve aver capito che non ha senso la proibizione delle droghe. Avrà pensato forse che, se in parlamento se ne abusa con tranquillità, sarebbe perlomeno ingiusto continuare a perseguitare coloro che al di fuori dello stesso, hanno le stesse abitudini. Lodevole pensiero. Peccato che, forse per avere una maggiore comprensione del fenomeno, il Ministro abbia voluto provare egli stesso gli effetti psicoattivi di tali sostanze. E peccato che, a fronte dell'enorme disponibilità di droghe leggere, Giulio abbia sbagliato scelta, ingurgitando qualcosa di molto più pesante di semplice marihuana.Voglio credere che la spiegazione di una intervista alla RAI rilasciata il giorno 6 marzo sia questa e non altre.
Altrimenti infatti, bisognerebbe tirare fuori termini molto pericolosi.
Posted by J.C. Falkenberg at 4:09 PM |
Labels: Signoraggio , Tremonti
Qualche dato presidenziale
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Tafazzi abita da Franceschini
Con proposte così, Berlusconi può dormire sonni tranquilli per altre due legislature senza fare assolutamente nulla. Noi anche, perché è molto meglio un governo che non fa nulla. che uno che da' sfoggio di socialismo clericale
ANSA.it - TopNews - Pd: una tantum redditi 120mila euro: "'Un contributo straordinario' per il 2009 di 2 punti sui redditi superiori ai 120.000 euro:e' la proposta del Pd annunciata da Franceschini. Il segretario ha annunciato che la proposta si tradurra' in un'iniziativa parlamentare e che servira' per finanziare 500 mln da destinare al contrasto della poverta'"
Alzare le tasse... Un programma che frutterà una valanga di voti.
Update: il tafazzismo impera anche a destra: Bossi apre alla proposta di Franceschini. Per fortuna che la Lega blaterava di essere il partito antitasse, altrimenti questa bella tosatura bipartisan come sarebbe uscita?
Se vogliamo esser esicuri di aumentare il sommerso e' evasione, continuiamo così, tartassando chi guadagna e fregandocene del resto.
Posted by J.C. Falkenberg at 3:30 PM |
Labels: Berlusconi , Bossi , Dario Franceschini , Italia , Politica , Tasse
Rifarsi il pelo basta per far dimenticare il vizio?
Pare che La vice di Lula si sia fatta "ritoccare" da un chirurgo plastico per aumentare le chance di diventare presidente . I sondaggi l'accreditano infatti di un misero 14 percento a fronte del 43 percento del candidato di centrodestra.
Siamo sicuri che il ritocco aiuterà, ma sarà molto più difficile togliere la vera macchia dal suo curriculum: le attività di guerrigliera comunista, che pure il buon Cotroneo cerca di minimizzare. Per quello servirebbe una riscrittura della Storia, per la quale consigliamo l'assunzione di giornalisti e storici italiani, bravissimi nel "dimenticarsi" qualsiasi crimine purché tinto di rosso socialista.
Fonte: Corriere della Sera
martedì, marzo 10, 2009
L'assolutismo val bene una messa, figuriamoci una moschea
Il papa vorrebbe entrare e pregare nella moschea di Al- Aqsa. Ci permettiamo di dubitare che potrà farlo a testa alta, senza sottoporsi a concessioni importanti, ma siamo convinti che non vi saranno problemi: il Vaticano non ha mai fatto mistero di preferire l'Islam ad Israele, sino al punto di coprire prelati cattolici colti in flagranza di terrorismo; se il prezzo consisterà quindi nell'ennesima condanna dell'unica democrazia mediorientale non sarà un grande sacrificio.
Non vediamo quali altre concessioni potrebbe fare sulla pelle dei cristiani mediorientali, già relegati ad uno stato di dhimmitudine senza che la Santa Sede abbia mai aperto bocca, neppure in occasione di persecuzioni e tentate stragi di pellegrini, quando altri contesti episodi anche minimi scatenano dichiarazioni di fuoco da parte delle gerarchie cattoliche.
In cambio, Papa Ratzinger potrà avvicinarsi ulteriormente un modello per cui parte della Curia prova una gran nostalgia e una certa affinità: la teocrazia, senza tutte quelle stupide regole liberali che impediscono a Santa Romana Chiesa di far quel che le pare senza neppure dover fingere di giustificarsi.
Svegliamoci: a certa curia non interessa difendere l'Occidente e la libertà, ma soltanto una certa idea della religione.
lunedì, marzo 09, 2009
Farewell, Merry England
J.R.R. Tolkien cantava della Contea e della Terra di Mezzo, metafore della "Piccola Inghilterra" che aveva fatto da pietra miliare dell'impero e, soprattutto, da baluardo istintivo alla libertà, quella vera, non la perversione del nome che ne fecero giacobini e totalitari di vario tipo.
Crediamo che inorridirebbe, vedendo ciò che Albione sta diventando:
E' tratot dal foglio. Speriamo che, prima o poi, quello che una volta era il quotidiano più innovativo d'Italia si trenda conto di sponsorizzare una versione vaticana della stessa deriva.
Come il Londonistan è diventato uno dei paesi più antisemiti d'Europa : "Migliaia di accademici boicottano le università israeliane, organizzazioni governative invitano a non comprare merci ebraiche, gli insegnanti hanno l'obbligo di insegnare l'islam, il primo parlamentare europeo viene bandito, una casa editrice ritira un libro su Maometto, apologeti della sharia 'consigliano' Downing Street, alcuni storici vengono cacciati a pedate dalle università, artisti ritirano le opere per paura, la chiesa di stato apre alla legge islamica e boicotta Israele, il multiculturalismo si trasforma in fabbrica di kamikaze. Siamo nella nuova Inghilterra." (Il Foglio)
Hat tip:LiberaliPerIsraele
Posted by Unknown at 9:09 PM |
Labels: Fondamentalismo , Inghilterra , Islam , Liberalismo , Regno Unito
R.I.P. Tiscali: sospende il pagamento degli interessi sul debito: moratoria o insolvenza?
Continua il periodo no per Renato Soru: prima perde la Sardegna, adesso rischia di perdere Tiscali.
Le trattative per vendere le attività nel Regno Unito, l'ultimo gioiello rimasto alla società sarda, si sono bloccate, con la conseguenza che Tiscali non ha probabilmente cassa sufficiente per andare avanti, a meno di drastiche ristrutturazioni del debito. L'azione non riesce ad aprire in Borsa, il prezzo di apertura sarebbe inferiore di oltre il 40% a quello di chiusura di venerdì.
E' di oggi l'annuncio della "volontà di sospendere" il pagamento degli interessi sui prestiti bancari. Se le banche non si accordano rapidamente per una moratoria ed una successiva ristrutturazione del debito su base volontaria, nella peggiore delle ipotesi potrebbero scattare la dichiarazione d'insolvenza e la messa in amministrazione straordinaria.
O le banche accetteranno quindi l'autoriduzione degli interessi modello spesa proletaria o mutuo sociale, con conseguente riscadenziamento più o meno pesante del debito, oppure la compagnia fodnata da Soru potrà soltanto portare il libri in tribunale. Un finale amaro per l'imprenditore sardo, che da Governatore della Sardegna e imprenditore di successo della New Economy era visto come l'ex risposta trendy ed equosolidale della bella sinistra al caimano Berlusconi.
Update: meglio di noi, Phastidio e Mario Sechi
Hat tip: destralab
Posted by J.C. Falkenberg at 10:51 AM |
Labels: Bancarotta , Chapter 11 , Finanza , Italia , Soru , Tiscali
venerdì, marzo 06, 2009
Many kinds of leverage
Da Marginal Revolution, alcuni esempi non convenzionali dei molti tipi di leverage, o leva, che fioriscono durante le bolle speculative: non c'è soltanto quella finanziaria, ma anche quella operativa, ossia lo squilibrio fra costi fissi e variabili. Le economie orientate all'export ed ai beni strumentali, quali Giappone , Germania e Cina sono esempi evidentie; altri esempi sono gli studi di avvocati e , in un senso diverso, le squadre sportive. Anche senza debiti, quando i costi fissi sono alti e quelli variabili bassi, anche un piccolo calo nella domanda porta a drastici cali nella profittabilità.
giovedì, marzo 05, 2009
Geografia di una recessione
Sì, la mappa dei cambiamenti nel tasso di disoccupazione fa abbastanza spavento.
Hat tip: The Big Picture
Posted by J.C. Falkenberg at 2:33 PM |
Labels: recessione , USA
Londra è il nuovo Giappone?
Sia la Bank of England che la Banca Centrale Europea hanno abbassato i tassi di sconto, ma la banca centrale inglese è andata oltre, impegnandosi a stampare moneta per acquistare fino a 75 miliardi di sterline in titoli di Stato e in obbligazioni societarie.
Si tratta formalmente di una sorta di ritorno al futuro; nei fatti, di una mossa estremamente pericolosa, un atto di equilibrismo fra il disastro Giappone degli anni 1990 e innumerevoli episodi inflazionistici nella storia.
L'acquisto di debito pubblico da parte della banca centrale, che stampa moneta per finanziarlo, è infatti uno strumento impiegato in maniera differente in vari momenti storici, ma con risultati quasi sempre fallimentari.
Uno dei pochi casi in cui il danno non è stato rilevante è proprio quello alla base della nascita della Bank of England, ma si tratta anche dell'unico caso in cui la gestione dell'operazione fu affidata ad un gruppo di finanziari privati e non alla burocrazia ministeriale: il successo, paradossalmente, fu il risultato dell'azione di un gruppo di speculatori, tanto villipesi anche ai nostri giorni, che acquistarono l'intero debito pubblico, in cambio del diritto di battere moneta garantita da tale debito e dalle riserve auree della Banca. Era il 1694.
La cosiddetta monetizzazione del debito pubblico è diventata poi uno strumento politico, tipicamente per finanziare governi in difficoltà per le troppe spese: dato che il governo non controlla direttamente la creazione di moneta, obbliga la banca centrale ad acquistare il proprio debito con moneta stampata, creando un eccesso di moneta. Le conseguenze, nella stragrande maggioranza dei casi, sono state una crisi valutaria ed una fiammata inflazionistica, con conseguenze devastanti sui risparmi ed i salari.
La Bank of England, tuttavia, non sta al momento pensando al finanziamento dei deficit giganteschi che le politiche di "salvataggio" stanno creando, ma all'esempio giapponese degli anni '90 , quando la banca centrale aprì le dighe della creazione monetaria nello sforzo di impedire una deflazione generalizzata, acquistando titoli di Stato, obbligazioni e persino azioni usando moneta stampata di fresco. I risultati sono di fronte agli occhi di tutti: non soltanto la deflazione continuò imperterrita, mentre il fiume di liquidità servì a procrastinare la soluzione dei problemi, lasciando in vita aziende decotte e banche ridotte al ruolo di zombie, un peso morto che ha impedito la ripresa per due decenni.To that end, and noting the recent exchange of letters between the Governor and the Chancellor of the Exchequer concerning the use of the Asset Purchase Facility for monetary policy purposes, the Committee agreed that the Bank should, in the first instance, finance £75 billion of asset purchases by the issuance of central bank reserves. The Committee recognised that it might take up to three months to carry out this programme of purchases.
Part of that sum would finance the Bank of England’s programme of private sector
asset purchases through the Asset Purchase Facility, intended to improve the
functioning of corporate credit markets. But in order to meet the Committee’s objective of total purchases of £75 billion, the Bank would also buy medium- and long-maturity conventional gilts in the secondary market. It is likely that the majority of the overall purchases by value over the next three months will be of gilts.
Per l'inter documento: http://www.bankofengland.co.uk/publications/news/2009/019.htm
Posted by J.C. Falkenberg at 1:48 PM |
Labels: Bank of England , Inflazione , Politica monetaria , Uk
martedì, marzo 03, 2009
Il bue che da' del cornuto all'asino - e l'asino che risponde da asino
L'Amministratore delegato di Alitalia e le Ferrovie dello Stato fanno a gara a chi è più spudorato:"Sabelli si scaglia contro Trenitalia: riceve denaro dallo Stato,
ruolo ambiguo sul mercato"
Loro invece hanno soltanto ricevuto un'azienda e l'autorizzazione a farla diventare un monopolio... che coraggio.
Ma non temete: Trenitalia risponde da par suo: con una cretineria integrale."La risposta di Ferrovie: l'ad di Alitalia non sa di cosa parla, l'Alta
Velocità non ha sovvenzioni pubbliche "
Vogliamo ricordare al sindacalista Moretti che la prima versione della TAV SpA, tutta delle ferrovie, è stata finanziata con debiti garantiti dal governo e che è pure fallita.
La seconda SpA gode di debito parimenti garantito dallo Stato, come Trenitalia ed RFI, a costo zero per le Ferrovie, mentre il gruppo Ferrovie ha la cassa per il capitale di Alta Velocità anche grazie ai giganteschi sussidi pagati da governo centrale e regioni, sussidi aumentati di centinaia di milioni in questi anni - altro che risanamento.
A Trenitalia dovrebbero tacere, perché nemmeno lo sanno di cosa parlano. O fingono di non saperlo.
Sabelli contro Trenitalia: riceve denaro dallo Stato, ruolo ambiguo sul mercato - Corriere della Sera
Posted by Unknown at 4:46 PM |
Labels: Alitalia , sussidi , trenitalia
lunedì, marzo 02, 2009
Le parole contano: commissariare è una soluzione, nazionalizzare è soltanto un disastro
Il mio socio racconta oggi dei sospetti del mercato sulle "nazionalizzazioni". Sarebbe anche ora che si facesse chiarezza su di un termine ambiguo e potenzialmente pericoloso.
Il mercato al momento sta cominciando a scontare il rischio che non saranno soltanto gli azionisti, ma anche gli obbligazionisti a pagare un prezzo per le follie bancarie degli ultimi anni - ed ha ragione. In un mondo razionale, gli azionisti e gli obbligazionisti devono subire le perdite derivanti dagli errori dei dirigenti che essi stessi hanno eletto e le pratiche aggressive ed imprudenti che hanno finanziato.
Un provvedimento di nazionalizzazione che salvi gli obbligazionisti sarebbe completamente iniquo, perché i loro titoli diventerebbero garantiti di fatto dallo Stato, con un enorme aumento di pregio, invece di essere penalizzati i propri errori di valutazione.
Una nazionalizzazione, anche punitiva quanto una procedura di amministrazione controllata, sarebbe marginalmente migliore, ma comunque esiziale per la salute a lungo termine di una economi e di una società libera, Anche escludendo il pessimo segnale inviato agli individui - esagerate e sbagliate pure, pagheranno i contribuenti virtuosi.
Da un lato, nasconderebbe sotto una pioggia di denaro pubblico le tracce dei principali colpevoli: il potere politico e le burocrazie governative, da sempre legate a filo doppio all'attività bancaria tramite la manipolazione dell'unico settore sempre gestito in regime di totale monopolio politico: la gestione della moneta.
Dall'altro, un provvedimento di nazionalizzazione implica la proprietà statale, il che significa che il potere politico avrà il diritto di manipolare il credito a proprio piacimento, tramite pressioni sui dirigenti bancari: il risultato sarà un'ambiente dove i favoriti dai politici avranno ampio credito a tassi vantaggiosi, mentre tutti gli altri verranno lasciati, semplicemente, a secco. La storia abbonda di numerosi esempi di questo genere, a fronte di pochissimi casi virtuosi.
Come ho già scritto, una sana politica di soluzione del problema bancario passa attraverso i tribunali e la legislazione, non l'arbitrio governativo: la procedura di amministrazione straordinaria impedirebbe di ai politici di prendere il controllo delle banche nascondendosi dietro la facciata dell'emergenza; permetterebbe di mantenere operative le funzioni di base di un'azienda bancaria, ossia la fornitura di credito ed i servizi di pagamento; consentirebbe di ristrutturare il passivo delle banche, addossando le perdite alle parti che ne portano la responsabilità: gli azionisti che hanno percepito dividendi eccessivi, ma anche gli obbligazionisti.
L'assicurazione dei depositi verrebbe garantita, a spese del contribuente: si spera che il costo faccia aprire gli occhi ai contribuenti, rendendo espliciti i costi del fallimento di politiche di "garanzia" che garantiscono soltanto banchieri centrali e coloro che gonfiano il credito usando soldi altrui.
I politici non porterebbero tuttavia diluire, procrastinare e nascondere il risultato delle proprie follie tramite l'apporto di denaro pubblico a titolo di capitale e le magniloquenti dichiarazioni di "politica industriale": i panni verrebbero lavati in pubblico, finalmente.
Posted by J.C. Falkenberg at 4:18 PM |
Labels: Banche , Finanza , Mercati , nazionalizzazioni , Regolamentazione